Ieri, sulla pagina Facebook di Spiragli di Luce, ho pubblicato un post intitolato “Coppie in cui lei è interessata alla spiritualità e lui materialista“. L’intento era quello di stimolare una riflessione su un fenomeno che sembrerebbe essere particolarmente diffuso nell’epoca in cui viviamo.
I tantissimi commenti ricevuti e la bella riflessione che ne è seguita, carica di spunti, mi ha fatto pensare di creare uno Spiraglio per rispondere a tutti.
Ecco il post:
Vedo, purtroppo, tante donne che soffrono di questa condizione.
Premetto che chi soffre avrà sempre la mia solidarietà e la mia vicinanza; fatta questa premessa, però, voglio anche essere onesto e dire, ad alcune di queste persone, che il mio ruolo è aiutarle a liberarsi della sofferenza anche a costo di dire ciò che suona antipatico.
Già, lo dico perché, alcune di loro, stanno cadendo in una grande illusione, si stanno ingannando da sole, creando un problema laddove non esiste o, se esiste, non ha le dimensioni che gli attribuiscono.
Seguimi nel ragionamento perché c’è bisogno di fare chiarezza su questo punto.
Come ho preso coscienza del “problema”
Mi sono accorto che il “problema” era “caldo” grazie all’interpretazione dei temi natali.
Nell’ultimo anno ho seguito tantissime persone, arrivando a interpretare anche due cieli natali a settimana, e la situazione in cui (semplifico) lei è spirituale e lui materialista, mi è capitata più spesso di quanto immagini.
Ci sono state anche donne che hanno fatto il tema natale di nascosto dal proprio compagno, per una qualche paura (fondata?) delle sue reazioni o dei suoi giudizi qualora ne fosse venuto a conoscenza.
In tutto questo, ovviamente, c’è qualcosa che non va e ti invito a proseguire nella lettura perché il “problema” (e se continuo a scriverlo tra virgolette un motivo ci sarà…) merita di essere approfondito e sviscerato a fondo.
Il primo punto che mi sento di evidenziare è il seguente:
Assumersi la propria responsabilità, a partire dal partner che si sceglie
So che questo discorso suonerà “duro” per alcuni, ma abbiamo tanto bisogno di chiarezza e non possiamo girare intorno alle questioni. Non quando mettiamo al primo posto la nostra evoluzione.
Un punto fondamentale, da tenere a mente, è che il partner non ce lo impone nessuno!
Tutto nella vita è una scelta, e se in un certo momento della vita ti ritrovi con un certo partner, ricorda che sei stato tu a sceglierlo.
Ho già detto tante volte di quanto assumersi la responsabilità sia liberatorio e, effettivamente, ti posso garantire che lo è. E ci sono passato anch’io: relazioni disarmoniche, relazioni che erano basate più sulla paura di perdersi e di rimanere soli che sull’amore…beh…cosa vogliamo dire?
Queste relazioni vanno chiuse oppure trasformate. A livello evolutivo non esistono altre soluzioni. Quando permaniamo in una situazione disagevole, squilibrata, è una nostra scelta farlo, sempre, sia che il “problema” sia una divergenza sulla spiritualità sia che essa sia su qualsiasi altro argomento.
Proseguiamo perché c’è un altro punto fondamentale
C’è fiducia tra voi?
Questo è un altro nodo che è fondamentale sciogliere.
C’è stato chi mi ha raccontato di essere schernito o schernita dal partner (può accadere anche che sia la donna ad essere materialista…) a causa del proprio interesse per la spiritualità.
Ma questo, fai attenzione, rivela un problema di comunicazione e fiducia all’interno della coppia.
Si potrebbe pensare, infatti, che il “problema” (ecco perché lo mettevo tra virgolette) risieda nel fatto che “lui non è spirituale” e che, quindi, se lo diventasse le cose si sistemerebbero.
In casi come questo, però, il problema (e stavolta, si, lo scrivo senza virgolette) è la mancanza di rispetto e di comunicazione tra i due, e non l’interesse per la spiritualità. Le scelte e gli interessi dell’altro sono sacri e vengono naturalmente rispettati in una relazione equilibrata.
Rispetto non significa che il partner sia obbligato ad immergersi nello stesso mondo ma, semplicemente, che tale mondo possa essere accettato, e questo non vale solo per la spiritualità, ma per ogni ambito del vivere.
Ma questo è ancora niente rispetto a ciò che sto per dirti, quindi continua ancora a leggermi, perché adesso andiamo al fulcro della questione.
E se la responsabile fossi tu?
Ecco, questa è la parte più antipatica. Quindi ti porgo un cordiale invito, prima di proseguire.
Cerca di mettere in “stand-by” quella parte della personalità egocentrica che potrebbe reagire a quello che sto per dirti. Il mio fine, come sempre, è quello di ispirare tutti voi ad andare oltre limiti, schemi personali, credenze che vi limitano ?✨
Fatto?
Bene, proseguiamo. Avrai notato, credo, che il sottoscritto si reputa (ed è) una persona spirituale. E se ti dicessi che io non vivo mai come un problema il fatto di esserlo?
Si potrebbe obiettare che, forse, è perché mi sono circondato di persone simili a me, che risuonano con i miei interessi. Beh, questo è vero solo in parte. Ti assicuro che ho sempre avuto una vera e propria passione per frequentare luoghi e persone diversi da me.
Pertanto, il motivo, non può essere questo.
Ma quale sarà allora?
Se fosse, invece, che io vivo con totale fiducia, certezza ma anche leggerezza la mia parte spirituale? Il fatto di viverla così mi porta, naturalmente, ad essere in equilibrio con chi mi circonda, perché le persone, evidentemente, percepiscono l’equilibrio che è in me o, per lo meno, la passione che metto nel ricercarlo.
Riesco a spiegare qual è il punto?
Io non mi giudico per il fatto di dedicarmi alla ricerca spirituale e, come per magia, non vengo giudicato. Ma anche se mi giudicassero, non me ne accorgerei, perché tali atteggiamenti non sarebbero in risonanza con la mia personale vibrazione.
Quindi dove sta il “problema”?
Il mondo che percepisci – partner incluso – è un riflesso di ciò che sei
Certamente, torniamo a questo punto, di cui abbiamo già parlato tante volte.
È un principio tanto bello e tanto affascinante quando se ne parla in teoria, ma applicarlo nella pratica della vita di tutti i giorni, è più complesso di quello che sembra.
Succede, ad esempio, che – appunto – una donna stia con un uomo che non apprezza per niente il suo approccio alla spiritualità e, magari, arriva anche a prenderla in giro o peggio.
Premesso che lui avrà le sue responsabilità (ma questo attiene alla sua evoluzione), possiamo forse dire che questa donna non sia responsabile del fatto di vivere questa situazione?
Ma certo che lo è. Siamo sempre responsabili, di ogni mimino accadimento, di ogni respiro, di ogni istante della nostra vita.
La domanda è: questa donna come vive il suo rapporto con la spiritualità? Che tipo di certezze, di verità interiore e di equilibrio ha costruito grazie ad essa?
Se il rapporto è ancora fragile, precario o teorico ecco che lo scetticismo del “maschio materialista” non arriverà come una punizione, bensì, come una vera e propria benedizione che servirà per mostrarle – grazie alla Legge dello specchio – le realizzazioni interiori ancora incompiute o lasciate a metà.
Leggi anche: “La legge dello specchio – Che cos’è e come funziona”
In parole povere, l’opposizione che il partner (donna o uomo che sia) oppone al nostro percorso di sviluppo, rispecchiano le nostre insicurezze e incertezze, ciò che non abbiamo ancora risolto, armonizzato e integrato dentro di noi.
Come se ne esce? Smettendo di pensare che il problema sia l’altro e impegnandosi ancora di più a lavorare su noi stessi.
Ma c’è anche un’altra soluzione, ancora più interessante; seguimi ancora per qualche istante, perché essa è, forse, la più importante di tutte
La spiritualità non è teoria, ma pratica di vita
Sai cosa è successo quando sono andato in Colombia?
Che le persone hanno iniziato a seguire quello che mi accadeva, giorno dopo giorno.
All’inizio anch’io ero seguito da una discreta platea di scettici e questi, ovviamente, rispecchiavano le mie incertezze ed i miei “tentennamenti” interiori. Col passare del tempo, però, realizzavo sempre più quanto, in quel periodo magico, stessi trovando un tesoro.
In quell’anno ho letteralmente trasformato alcune parti del mio “vecchio io” e mi sono connesso ad una nuova versione di me, che non supponevo di conoscere. Questo ha prodotto alcune conseguenze pratiche, nella mia vita, visibili a tutti.
Il primo passo fu trovare concerti in un ristorante italiano, che mi assunse per un “appuntamento fisso”, un concerto alla settimana. Suonando lì conobbi tantissimi altri musicisti, che via via, mi portarono a suonare in altri posti.
Poi trovai lavoro come barista e questo mi permise di mantenermi ed anche di fare tantissime conoscenze. Fu proprio in quel bar, a Bogotà (capitale della Colombia), che conobbi il direttore del teatro in cui sognavo di suonare…e finii effettivamente per esibirmi in quel posto con così tanta storia.
Ecco che le persone iniziarono a chiedermi: ma come fai? Come riesci ad ottenere tutto questo?
Bella domanda! – pensavo – come ci riesco?
E, quando me lo chiedevano, non facevo altro che raccontargli alle i principi spirituali che mi ispiravano, e che sentivo essere i veri autori di quello che mi stava accadendo.
Ovviamente c’è un legame tra tutto questo e il “problema” della coppia in cui uno è spirituale e l’altro materialista. Te lo spiego nel prossimo paragrafo e poi concludiamo ma, prima, se queste riflessioni ti stanno facendo riflettere (non mi aspetto che ti piacciano, non è questo lo scopo…) ti chiedo solo un istante del tuo tempo per lasciare un mi piace alla nostra pagina Facebook.
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Come può, una donna, convincere il proprio compagno ad essere più spirituale?
Risposta semplice: non può farlo.
Se mi hai seguito nel ragionamento, però, avrai forse intuito che esiste un’altra via per ottenere qualcosa di simile.
Questa via consiste nel manifestare concretamente, nella nostra vita, i principi spirituali.
Ho semplificato un po’, parlandoti dei concerti in Colombia, ma pensa ad esempio alla sincronicità: come principio teorico può risultare interessante, o forse no, ma pensa se, invece, grazie ad una sincronicità che accade al tuo partner, tu riuscissi a suggerirgli come muoversi di fronte a una scelta da intraprendere.
Nel momento in cui tocchiamo con mano il fatto che ci sono simboli, frasi, eventi che sincronicamente vengono a consegnarci messaggio, la visione della vita può mutare e questo avviene senza bisogno di convincere nessuno.
Questa è l’unica strada che, a mio parere, può condurre da qualche parte. Occuparsi solo di manifestare concretamente le leggi spirituali. I risultati concreti, come saper perdonare, essere in grado di reagire in modo diverso rispetto ad eventi sfavorevoli, non mancheranno di suscitare l’interesse dell’altro.
Mentre farai questo, però (e poi abbiamo finito) tieni conto del prossimo punto.
Voler aiutare chi non è pronto, porta conseguenze karmiche
È questo un punto che, tutti noi, dovremmo tenere bene a mente, sempre.
Spingere le persone ad evolvere quando ancora non sono pronte, è un’atto di arroganza che comporta sicuri contraccolpi karmici.
Perché questo avviene? Semplicemente perché ognuno di noi ha bisogno di affrontare il proprio cammino evolutivo, le proprie prove le proprie sconfitte e le proprie vittorie.
Non tutti sono pronti per sentir parlare di spiritualità e questo è un dato che è bene accettare.
Prendi, ad esempio, il paragrafo in cui dico che ognuno di noi è responsabile del partner che sceglie. Non tutte le persone sono pronta per accettare un’idea del genere; tanti preferiscono, invece, credere alle vittime, ai carnefici e alle ingiustizie.
Quindi nel condividere questa idea rischio di “inquinare” il mio karma?
Niente affatto, io mi limito a condividerla perché sono fermamente consapevole della sua verità. Nel momento in cui, però, mi mettessi a insistere per cercare di convincere chi non è d’accordo, magari facendo esempi personali che possono ferire, compirei un atto di arroganza e violenza nei confronti di quella persona e, questo si, avrebbe conseguenze karmiche.
La vera bravura di chi aiuta gli altri, ed ora ti sto condividendo un piccolo grande segreto, consiste nel comprendere e percepire i limiti dell’altro e fornirgli l’aiuto necessario solamente per compiere i passi chi è pronto per compiere, niente più di questo.
Ecco perché, come è emerso nei commenti, ci si ritrova a subire “ritorsioni” dopo aver agito a fin di bene. Il “bene” va sempre calibrato sull’altra persona ?
L’argomento è, ovviamente, molto più complesso di così, quindi ti prometto che ci torneremo con un prossimo Spiraglio. Intanto, mi auguro che questo ti abbia dato elementi su cui riflettere ✨
Ti ricordo che lunedì 17 dicembre, qui sul blog debutterà un nuovo progetto creativo, quindi non dimenticare di tornare a visitarlo perché sarà una bella novità che riguarderà tutti.
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