Caro amico, o amica,
tutti cercano di spiegarti perché dovresti rivolgerti a loro: io, invece, oggi voglio fare il contrario esatto.
Sì, voglio illustrarti 10 ragioni per non iniziare un percorso con me.
E sai perché desidero parlartene?
Perché solo quando scegli consapevolmente con chi lavorare poni le basi di un lavoro efficace, luminoso, in grado di dare risultati. In tutti gli altri casi, il rischio di rimanere insoddisfatti, è grande.
Dunque, ecco le 10 ragioni per cui non dovresti svolgere un percorso con me.
1 – Non chiederlo se vuoi che io faccia io il percorso al posto tuo
Sei tu l’artefice della tua vita, non io e non nessun altro.
Questo è anche uno dei punti chiave del nostro lavoro, dunque, se pensi che cambierai semplicemente standotene immobile, ad ascoltarmi, senza impegnarti attivamente, be’, sei fuori strada.
Io mi occupo di indicarti gli esercizi, le tecniche, i concetti che favoriranno la tua crescita, ma non posso compiere i passi al posto tuo. Il percorso serve per favorire la tua crescita, e questo, solo tu puoi farlo.
“Io posso condurti fino alla soglia, ma la porta devi varcarla da solo”
(Morpheus a Neo, in “The Matrix” – 1999)
2 – Non chiederlo se hai bisogno di lamentarti
Non solo la lamentela non ti aiuterà a cambiare: renderà il cambiamento più difficile.
So bene che vivere certe situazioni di vita non è semplice, e in questo ti sono vicino, ma se ti lamenti di tali situazioni, finisci per complicarle e renderle più forti.
Il mio compito, dunque, è guidarti e sostenerti nella tua trasformazione: ascoltare lamentele non farebbe altro che far perdere il mio e il tuo tempo.
3 – Non chiederlo se cerchi qualcuno che ti faccia da balia
Non sono tua madre, né tuo padre, né il tuo migliore amico.
Il mio ruolo non è quello di darti pacche sulle spalle, o commiserarti, perché così facendo rafforzerei l’idea che sei debole e non puoi cambiare. Il mio ruolo, al contrario, è quello di sostenerti, di aiutarti a scoprire il tuo potere personale, di credere nei tuoi talenti.
4 – Non chiederlo se sei in uno stato emotivo alterato
Purtroppo, non possiamo lavorare insieme se sei fortemente scoraggiato, agitato, ansioso, in un atteggiamento di richiesta o sprofondato nel dolore.
Un percorso, infatti, non ha lo scopo di ricaricare le tue batterie: così facendo finirei per scaricare le mie e, comunque, non risolveresti nulla.
Finita la sessione, torneresti a “scaricarti” e torneremo punto daccapo.
5 – Non chiederlo se pensi di avere già tutte le risposte
Se pensi di avere già la verità in tasca, e vuoi qualcuno che la confermi, quel qualcuno non sono io.
Scegli di lavorare con me solo se sei disposto ad ascoltare e imparare. Se pensi di avere già tutte le risposte, be’…allora…perché mai dovresti chiedere un percorso?
6 – Non chiederlo se vuoi mettere in discussione le cose o fare di testa tua
Se sei in macchina con me, e sto guidando io, non puoi continuamente urlare e dirmi di rallentare, o accelerare, o scalare le marce, né potrai cercare di prendere tu il comando del volante e dei freni: rischieremo di fare un incidente!
In un percorso di crescita accade la stessa cosa: se scegli di percorrerlo con me, fidati e affidati! Solo così la macchina ti condurrà al traguardo, solo così il percoro ti porterà ai risultati che vuoi.
7 – Non chiederlo se pensi di poter risolvere tutto in una volta sola
La moda imperante, nel mondo olistico, è volere tutto subito, tramite soluzioni “pret a porter“, da indossare il più presto possibile.
Moda incoraggiata da personaggi a dir poco discutibili, che promettono soluzioni miracolose a tempo di record.
Un vero percorso di crescita interiore, al contrario, richiede dedizione e tempo.
Ti sembra realistico lavorare su blocchi e convinzioni, magari maturate nell’arco di venti o trent’anni, e sbloccarle nell’arco di un’ora?
8 – Non chiederlo se non hai tempo
Se non hai tempo per fissare gli appuntamenti, per lavorare su di te tra un incontro e l’altro o, addirittura, non lo hai neppure per rispondere ai messaggi che via via ti invio (messaggi che sono per te e per la tua crescita), non possiamo lavorare insieme.
Perché?
Per la stessa e semplicissima ragione che ho esposto nel punto precedente.
9 – Non chiederlo se non mi conosci
Questo punto sembrerà strano a qualcuno, ed è un problema che sembri strano.
Infatti: se non hai mai letto un mio articolo, se non ti sei mai preso il tempo di ascoltare un mio video, come puoi sapere se il mio approccio alla crescita personale fa al caso tuo?
Una persona con cui lavorare è, innanzitutto, una persona di cui fidarsi, una persona con cui dovresti sentire di risuonare pienamente.
Il mio suggerimento, dunque, è quello di concederti il tempo per sentire se risuono con le tue corde e contattami solo se ti senti allineato con ciò che propongo.
10 – Non chiederlo se vuoi iniziare un percorso, per far cambiare qualcun altro
Questo è molto semplice: puoi cambiare te stesso, ma non puoi cambiare qualcun altro.
Posso aiutare te a comprendere meglio una situazione che stai vivendo, anche in relazione a un’altra persona, ma non posso far cambiare quella persona, men che meno tuo padre, tua madre, i tuoi figli o il tuo partner.
Tu, invece, su sì, che puoi cambiare.
10 + 1 (Punto più importante)
Non chiederlo se non sei pronto ad assumerti la responsabilità di te stesso
E così il cerchio si chiude: il fondamento stesso del nostro lavoro è che l’artefice della tua vita sei tu.
Non posso lavorare con te se pensi di essere dove sei per colpa di qualcun altro: genitori, partner, società e quant’altro.
Un percorso non serve per accusare qualcuno, né per recriminare, e neanche per sfogarsi, bensì, appunto, per assumerti la responsabilità totale delle tue azioni, delle tue emozioni, dei tuoi pensieri.
Se lo farai, saremo pronti a lavorare insieme e, soprattutto, sarai pronto a trasformare la tua vita.
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