Mi contatti perché vuoi risolvere un problema.
Mi chiedi di iniziare un percorso, insieme, perché vuoi che ti aiuti lasciar andare qualcosa.
O perché vuoi liberarti di qualcosa.
Oppure, ancora, perché hai un obiettivo da raggiungere.
O, infine, perché vuoi comprendere quale sia la tua missione.
Sono tutti percorsi che, effettivamente, possiamo svolgere insieme…però, vedi… c’è anche un qualcosa, da dire, da aggiungere; un qualcosa di cui potresti non aver tenuto conto.
Sto parlando di quella che, forse, è la tua paura più grande:
la PAURA DI ESSERE FELICE.
Sul web non si scrive in maiuscolo, dicono. Equivale a urlare, dicono.
Ed è proprio per questo che l’ho scritto in maiuscolo, perché, per una volta, volevo gridarlo, questo concetto, per esser certo che le parole ti arrivassero forte e chiare: perché potrebbe essere proprio questa, caro amico, o amica, la tua paura più grande.
Qualcuno la chiama anche Cherofobia o, appunto, paura della felicità.
Sai quante volte ti ho visto, a un passo dal traguardo, tirarti indietro?
Sai quanto ti ho sentito disperarti, giurare che avresti fatto di tutto pur di trovare quella soluzione per, poi, quando questa si è presentata, voltarle le spalle?
Sai quante volte ti ho osservato mentre facevi di tutto per pianificare, nei minimi dettagli, il tuo fallimento?
Sì, è proprio così.
Ora mi dirai che non è vero, che è triste, ingiusto, o assurdo. Emetterai il classico giudizio, il cui esito è, semplicemente, che le cose rimangono al loro posto.
Tristi, ingiuste, assurde, eppure mastodontiche e presenti.
Oppure puoi fare ciò che solo le anime più evolute e coraggiose provano a fare:
sospendi il giudizio e ti osservi per ciò che sei.
In quel momento, in quella pace priva di condanna, potresti scoprire che le ragioni che ti fanno rifiutare la felicità, sono innumerevoli, sono le più disparate.
C’è la forza d’inerzia.
Sì, perché non è immediato fermare un treno in corsa.
C’è il terrore della solitudine.
Sì, perché…chi mi si fila, poi…se evado dalla caverna in cui tutti i miei amici sono rinchiusi?
C’è il patto di fedeltà.
Sì, quello che hai stipulato inconsciamente con mamma, papà, fratello, sorella, nonna, nonno e avi, perché…se non sono stati felici loro…come cavolo pensi di poter essere così arrogante ed egoista da esserlo tu?
Poi ce ne sono tante altre, che non te le dico.
Non adesso, per non frastornarti troppo.
Adesso, ti dico che, forse, anche questo Spiraglio è qui per un buon motivo.
Il buon motivo potrebbe essere, ad esempio, che è arrivato il momento di smettere di darti la famigerata zappa su quei poveri piedi.
Il momento per spostare l’asticella della felicità un po’ più in sù.
Almeno di qualche centimetro.
E ricordarti che non sei venuto qui per essere impaurito, triste, scoraggiato, affranto o disilluso.
Sei venuto per abbracciare la tua missione.
Sei pronto? Sei pronta?
Fammelo sapere, se vuoi, con un commento.
E se, poi, senti di voler essere accompagnato, o accompagnata da me, nel tuo percorso di crescita, ti invito a esplorare bene la sezione dei percorsi di crescita di Spiragli di Luce, la trovi qui:
Io ti mando un abbraccio
Elvio
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