Oggi, caro amico e amica, voglio parlarti di 10 convinzioni palesemente false che ormai da tempo “infestano” il mondo spirituale.
Queste convinzioni, talvolta veri e propri dogmi a cui la gente crede ciecamente, sono non solo false, ma anche particolarmente insidiose.
Andiamo, dunque, a vedere quali sono
1 – “La morte non esiste”
La morte esiste eccome! Non vederlo, o non volerlo accettare, non significa essere illuminati.
Significa, semplicemente, essere ciechi.
Ma aspetta, credo di sapere cosa stai per dire.
Ed è un’obiezione giusta, la tua, perché in essa, c’è un fondo di verità.
La morte, in effetti, rappresenta un ponte, un accesso a una nuova dimensione.
Finisce la vita del corpo, ma non quella della coscienza, che prosegue il viaggio con un’altra forma.
Qual è il problema, allora?
Il problema è nell’intendere questa affermazione alla lettera.
Il fatto che la vita prosegua, in qualche modo, attraverso una delicata e sottilissima metamorfosi, non significa che la morte “non esiste“.
Spesso, inoltre, questa credenza reprime il dolore della perdita e, in tal caso, caro amico, o amica, stai pur certo che esso emergerà 100 volte più forte e più devastante che se fosse stato vissuto liberamente.
La morte, dunque, esiste, ed è bene prenderne atto.
2 – “Non bisogna giudicare”
Ci risiamo: ma chi lo dice?
Gesù? Buddha? Il Papa? Tuo cugino?
Giudicare è un fatto della vita, naturale e salvifico: attraverso il giudizio, infatti, eviti di compiere un sacco di cavolate.
Giudicando il tizio che, sull’autobus, avvicina la mano lesta al tuo portafogli, salvi quelle gustose banconote che hai appena ritirato al bancomat.
Oltre ai documenti che…mannaggia…che pa**e dover rifare i documenti! Molto meglio giudicare, non credi?
Ma aspetta, aspetta. Anche stavolta so cosa stai per dire. E anche stavolta, c’è un fondo di verità.
Ma il problema, proprio come prima, sta nell’interpretare le cose alla lettera, senza criterio e senza pensiero critico.
Quando, negli ambienti spirituali, si parla di giudizio, additandolo come il più spregevole dei mali, ci si riferisce, in realtà, a qualcosa di diverso.
Ci si rifersice a una condanna emotiva.
Ovvero, si condanna qualcuno, o qualcosa e, in più, si aggiunge una bella vagonata di emozioni negative: riprovazione, disprezzo, collera, ecc.
Ma giudicare non c’entra niente con tutto ciò.
Se ti accorgi che il ragazzo con cui stai uscendo, zitto zitto, porta avanti altre 3 relazioni parallele e clandestine, forse, il giudizio (unito – why not? – a qualche sano improperio), con buona probabilità, ti aiuterà ad allontanarti.
Un conto è la condanna emotiva, un conto è il saper discriminare, il sano giudizio.
E adesso, via con i piatti forti!
3 – “Se ti abbandona, è perché è la tua fiamma gemella”
No, dai, ti prego, non farmi questo.
Dimmi quello che ti pare, ma lascia-stare-la-fiamma-gemella.
Sulla teoria delle cosiddette “fiamme gemelle” ci sarebbe tanto da dire. Forse lo faremo un’altra volta. Oggi mi limito a riportare la convinzione numero uno delle nuove mode spirituali.
Secondo certuni, infatti, quando il tizio o la tizia con cui esci si allontana o smette di rispondere al telefono, ciò non accade perché è uno str****, bensì, attenzione: perché è la tua “fiamma gemella”.
Ovvero, la metà di anima che ti manca, e che si è incarnata in un altro essere umano, del quale ti sei innamorata perdutamente, ma lui non si ricorda di chi è per davvero, quindi ti abbandona e si dà alla macchia.
E tu che fai?
Esci con le amiche e vai col primo che passa per dimentarlo, giusto?
Sbagliato.
Tu, secondo la teoria, aspetterai, mesi, anni, decenni o secoli perché, prima o poi, probabilmente intorno alle calende greche, lui ritornerà.
Sì, sì, certo, come no. Credici.
“Ma perché Elvio? Non c’è possibilità che torni?”
No, non c’è nessuna possibilità che torni. E se lo aspetti soffrirai.
E noi non vogliamo che tu soffra, vogliamo che tu sia felice. Dunque, fai la cosa più sensata:
scappa a gambe levate e trovati un altro
4 – “Il denaro è energia negativa”
Il denaro non è né positivo né negativo.
È un mezzo di scambio, dunque, per definizione è neutro.
Ci puoi fare cose bruttissime ed egoiste, ma anche cose bellissime e altruiste.
Eppure, per una serie di retaggi e psico-blocchi, la persona media che si avvicina al mondo spirituale lo fa da squattrinata cronica ed è – cosa peggiore – convinta che va bene così.
Convinta che essere senza soldi significhi essere più “puri” o “elevati” o cose del genere.
Se sei senza soldi, in realtà, hai semplicemente meno possibilità di fare ciò che vuoi. O, comunque, devi fare molta più fatica per farlo.
A questa convinzione fa pendant un’altra, più specifica, di cui ho già parlato in questo spiraglio: la spiritualità deve essere gratis?
Ma leggilo dopo, perché adesso ci aspetta un altro grande classico.
Anche i Soldi hanno un’Anima
Biologia del denaro
Gabriele Policardo
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5 – “Non dire non”
Questo è divenuto una sorta di tormentone.
Ai seminari di crescita personale, non ti azzardare a iniziare una frase qualsiasi che inizi per non perché ti ritroverai immancabilmente qualcuno che ti correggerà.
Se dici, ad esempio, “non bevo caffè, grazie“, qualcuno ti rifilerà immediatamente un caffè, sostenendo che l’inconscio non conosce l’avverbio “non”.
Aspetta, aspetta, andiamoci piano.
Da un lato è vero che se ti concentri su ciò che non vuoi rischi di perdere di vista i tuoi veri obiettivi. Ma questo non equivale assolutamente al divieto di pronunciare “non”!
Se ti molestano per strada, dubito che recitare, pacatamente, una frase affermativa tipo “io voglio essere corteggiata da un uomo galante”, sortirà qualche effetto.
Urlare “non mi toccare!“, magari a tutto volume, giusto per attirare l’attenzione dei passanti dell’intero isolato, potrebbe essere ben più efficace. Anche se inizia per “non”.
“No” e “non” definiscono chi sei e i limiti che non vuoi siano oltrepassati. Il che, in qualche modo, ci porta alla sesta convinzione.
6 – “Arrabbiarsi non è spirituale”
Dato che la rabbia è un’emozione umana, se ti arrabbi, hai ottime probabilità di essere umano.
Se non ti arrabbi mai, invece, o sei un robot o una persona spirituale, del tipo che, ahimè, reprimono le proprie emozioni.
Ahi, ahi, ahi!
Hai presente quando intervistano i classici vicini di casa del killer di provincia e costoro dicono “era una brava persona”?
Ecco, in genere, si trattava di qualcuno che reprimeva la rabbia.
Quindi, in sostanza, ti suggerisco di arrabbiarti come se non ci fosse un domani.
7 – “Desiderare non è spirituale”
E daje.
Dato che questo è un altro cavallo da battaglia, facciamo così. Adesso, ripetiamo in coro:
desiderare è umano, desiderare è cosa buona e giusta e se non desideri non sei vivo.
Aspetta ma…e allora il buddismo?
E gli asceti?
E i monaci tibetani?
E mia cugina che, a yoga, le hanno insegnato a non desiderare?
Guarda, il mistero è presto svelato.
Ciò che non è spirituale, in senso stretto, non è il desiderio in sé per sé, bensì – rullino i tamburi – l’attaccamento al medesimo.
Se desideri un iPhone, magari perché ti piace come fa i video e usi tutte quelle belle app, in fondo, va bene. Se desideri una bici elettrica, di quelle che mentre fai finta di pedalare sfrecci come un bolide che – Pantani spostati – va comunque bene.
Ma se senza iPhone, o senza bici elettrica, la vita perde di significato e nulla ha più senso, ecco, allora devi lavorare sull’attaccamento.
In tutti gli altri casi, desidera pure. Stai sereno. Ti autorizzo io.
8 – “E l’amore incondizionato?”
Chiudiamo con un ultimo grande classico.
Amare in modo in-condizionato (col trattino per sottolineare che significa “senza condizioni”) è certamente cosa bella e luminosa.
Significa accettare l’altro per quello che è, senza chiedere né, tanto meno, pretendere nulla in cambio.
Giusto?
Giusto, vero?
E invece, no: sbagliato.
O, meglio, il principio sarebbe anche giusto, se non che, come al solito, qualcuno lo interpreta alla lettera e, dunque, capisce che “accettare tutto” significa proprio, letteralmente, “tutto – tutto”.
Chiariamoci.
Ti accetto per come sei fatta, quindi, ad esempio: se sei molto affezionata ai tuoi amici maschi, e con loro vai anche al cinema o a fare l’aperitivo, ho due scelte:
- ti lascio perché sto schiumando dalla gelosia e rischio di fare una scenata apocalittica
- lavoro sulla possessività e ti lascio libera di vivere come ti pare
Sì, ma questo non significa che, allora, con quegli amici ci puoi andare a letto!
Sì, è imbarazzante dover specificare l’ovvio, ma ti assicuro che ovvio non è.
Nei tanti messaggi ricevuti in questi anni ci sono anche quelli di chi, ahimé, soffre per le relazioni. E tra questi c’è anche chi, purtroppo, soffre qualche forma di violenza, fisica o psicologica.
Ecco, il problema è che qualcuno si è convinto che accettare la violenza sia “amore incondizionato”.
Bene, caro lettore o lettrice, fai così.
Repira un attimo, chiudi gli occhi e riaprili.
Fatto? Sì?
Perché finora ho scherzato ma, su queste cose, invece, non si scherza.
Dunque, diciamolo chiaro: qualsiasi forma di violenza non c’entra nulla con l’amore.
Dunque, se ti capita, scappa.
L’amore incondizionato, poi, lo vivrai con chi ti ama per davvero ❤️
Bene. Per oggi è tutto. Se vuoi approfondire questo ultimo punto, qualche tempo fa, ci scrissi uno spiraglio che trovi qui:
amore incondizionato non significa permettere all’altro di farti del male
E tu, caro amico o amica, conosci qualche “errore tipico” del mondo spirituale che non ho elencato in questo articolo?
Se sì, fammelo sapere con un commento. Magari, in futuro, realizzerò un elenco ancora più completo.
Ah e, ovviamente, se questo spiraglio sugli 8 errori più tipici della spiritualità ti è piaciuto…
…condividilo! 😉
Un abbraccio
Incenso Palo Santo
Essenza e profumo dell’anima
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Il Coraggio di non Piacere
Liberati dal giudizio degli altri e trova l’autentica felicità
Ichiro Kishimi, Fumitake Koga
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Di solito i tuoi articoli li adoro ma questo in realtà mi ha lasciata interdetta per alcuni versi.
Giudicare nn è un male ma lo è condannare e vessare qlc sulla base di pregiudizi e un’ipotetica superiorità intellettuale/spirituale/di rango.queste superpotenze che da secoli dividono gli uomini in caste e classi sociali permettono agli uni di giudicare e agli altri di subirne l’effetto ghettizzante.
Quindi è sano avere una testa pensante e scevra da qualsiasi pre-giudizio ed esprimere opinioni in base a quello che si ritiene giusto nn a quello che viene fatto passare per tale.
Anche il “giudicarsi” spirituali per me è un errore. Si può parlare più correttamente di inclinazione a una vita meno dissoluta o frivola o disfunzionale ma chi può affermare con certezza di essere “illuminato”!?!
In più penso che quando ci si incammina su un percorso interiore di crescita spirituale è gioco forza accorgersi di avere necessità più semplici e che il cellulare ultimo grido o la spider costosissima o la mega villa alle Hawaii in realtà nn è un reale desiderio dell’anima ma uno dei tanti oggetti inutili che una società consumistica vende come indispensabili.
Per finire la morte esiste si!come fine del percorso di vita del corpo ma come si dice nel mondo nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma.
Con affetto
Cara Luisa,
ho l’impresisone che, tra le varie obiezioni che “con affetto” sollevi, ci siano sia cosa che nell’articolo non sono scritte da nessuna parte, sia cose che contesti ma che, in realtà, sono pari pari a quanto ho scritto.
Solo per fare un esempio, quando mai avrei parlato di “superiorità spirituale” o “di rango”?
Infine: l’idea che quando ci si mette in cammino si ha bisogno di cose più semplici, ha molto l’aria di uno stereotipo.
L’Anima, te lo assicuro, può apprezzare eccome la villa alle Hawaii. Anzi…dove devo firmare? 😁
Salve,
Personalmente trovo che spesso si commetta anche l’errore di prendere alla lettera l’invito a “pensare positivo” e tentare quindi di annullare o reprimere i pensieri negativi e con essi le emozioni negative.
Un po’ come nel caso della rabbia.
Intervento molto utile.