Oggi ti parlerò di una convinzione molto diffusa nell’epoca in cui viviamo: quella che ritiene inutile la figura del maestro.
Se segui il mio lavoro, saprai che da oltre dieci anni frequento ambienti e eventi spirituali: è proprio questo che mi ha portato a conoscere tantissime persone con questa convinzione.
È una sorta di “anarchia spirituale“, che porta un gran numero di Anime in cammino a ritenere di poter affrontare un percorso evolutivo – e operare le delicatissime trasformazioni che esso richiede – da sole e senza alcuna guida.
Scrivo questo Spiraglio, allora, per chiarire che questo approccio comporta alcuni pericoli.
Puoi partire da una semplice considerazione: a scuola hai avuto una maestra, se studi musica o danza, ugualmente, ti affidi a un maestro e persino se fai sport hai un allenatore o un personal trainer, dunque…
…come puoi pensare, proprio in una materia complessa e delicata come quella spirituale, di non aver bisogno di una guida?
Seguimi nella lettura, perché entriamo subito nel nocciolo della questione. Voglio parlarti di un particolare identikit.
L’identikit dell’anarchico spirituale
Ho osservato che, quando si tocca questo argomento, alcune persone entrano velocemente in reazione: ciò mi conferma che è importante fare chiarezza su questo argomento.
Le reazioni insofferenti, infatti, sono sempre sintomo di una forma-pensiero che sta agendo sulla psiche delle persone: a quanto pare, infatti, essi non solo non sopportano i maestri, ma tollerano a fatica il fatto stesso che se ne ricordi il ruolo e l’importanza.
Provo, dunque, a definire un identikit dell’anarchico spirituale.
Un primo elemento comune sono le idee caotiche che si posseggono sulla spiritualità e, non di rado, la sua stessa vita è caratterizzata dal di caos.
Egli ritiene che la miglior formazione possibile sia quella da autodidatta, pertanto, procede convinto di sapere dove sta andando, senza rendersi conto che è proprio l’assenza di un’attenta supervisione a scatenare il caos in cui si trova.
Spesso si approccia alla spiritualità tramite il web: guarda video, frequenta gruppi e legge libri sugli argomenti più disparati e scollegati gli uni dagli altri.
Anche se non vuole una guida, talvolta, segue alcune figure di riferimento, con cui instaura un rapporto ambivalente.
Infatti, le segue, ma non si affida: questo lo porta a recepire solo in parte i loro insegnamenti, perché “filtra” e scarta ciò che non lo aggrada.
Inoltre, talvolta, entra in conflitto con la sua stessa guida: questo è dovuto, in genere, proprio al fatto che manca la fiducia e il rispetto che un buon allievo ripone nel proprio insegnante.
Se questa evenienza si manifesta, in men che non si dica inizierà a denigrare quella stessa persona che fino a poco tempo prima aveva tanto stimato.
Il motto che ama più di ogni altro recita:
Ognuno è maestro di te stesso
Egli considera, cioè, che l’unica vera guida sia interiore e, pertanto, guarda con diffidenza a quelle esteriori. Nei casi peggiori, li considera alla stregua di impostori o ciarlatani.
Mi fermo qui e riservo altri elementi, che sicuramente si potrebbero aggiungere, per un prossimo Spiraglio ?
Mio caro lettore e lettrice, adesso voglio porti una domanda:
ti riconosci – in tutto o in parte – in questa descrizione?
Se no, puoi proseguire la lettura: le considerazioni che seguono saranno comunque utili per te.
Se si, hai due opzioni: dartela a gambe levate, oppure, appunto, proseguire nella lettura.
Chissà che, se lo farai, non troverai qualche elemento che ti farà rivedere alcune convinzioni!
Solo i bambini pensano di fare tutto da soli

Anch’io ho iniziato da autodidatta. Questa fase è durata ben due anni; fu un periodo meraviglioso, denso di scoperte, ma anche nel mio caso caratterizzato dal caos che descrivevo poco fa.
Sono sempre stato predisposto a queste tematiche: questo mi ha indubbiamente facilitato. Eppure, in qualche modo, le verità che cercavo sfuggivano e questo dipendeva, appunto, dall’assenza di un metodo.
La svolta avvenne, per fortuna, nel 2010, quando intrapresi il percorso di yoga integrale.
E a questo punto, se hai seguito il discorso, c’è una domanda che, forse, potrebbe essere apparsa nella tua mente…
…perché, proprio all’inizio, quando più ne avevo bisogno, volevo fare da solo?
Perché, tipicamente, è proprio così che accade, e ci sono almeno due ragioni per cui questo avviene.
Ti anticipo la prima, poi la approfondiremo tra un attimo.
Essa ha a che fare con l’insegnamento di Socrate che, come è noto, “sapeva di non sapere”: chi muove i primi passi sul sentiero, non solo è poco consapevole di sé, ma non lo è neppure dei limiti della propria coscienza e tende, proprio per questo, a sopravvalutarsi.
Ci tornerò tra un attimo, perché reputo la seconda ragione ancora più importante.
Il punto è che un vero maestro percepisce in modo chiaro e distinto la verità interiore di chi ha di fronte: una verità che non tutti sono pronti ad accettare.
Il timore del giudizio, unito a quello che le proprie ombre possano emergere, porta la personalità a mettere in atto una dinamica difensiva: appunto, l’idea di poter fare da soli.
Spesso chi rifiuta di essere guidato è convinto di essere più progredito di quanto non sia realmente; sostiene di “sapere di cosa ha bisogno” e di “sapere come farlo” ma questi, spesso, non sono altro che alibi per eludere qualcosa che, in realtà, non si vuole affatto affrontare.
Chiudo il paragrafo con le bellissime parole di una luminosa guida che ho incontrato lungo il cammino.
Mentre attraversavo un momento di difficoltà, gli chiesi supporto; mi rassicurò immediatamente, dicendo che avevo compiuto un gesto nobile a chiedere di essere aiutato, e aggiunse:
“solo i bambini vogliono fare tutto da soli“.
Andiamo a parlare dell’effetto cui ti accennavo poco fa ma, prima, ti chiedo – se questo Spiraglio ti sta piacendo, di aiutare a diffondere queste idee lasciando un mi piace alla nostra pagina Facebook. Troverai ogni giorno nuove pubblicazioni evolutive come questa.
L’effetto Duning Kruger in chiave spirituale
L’effetto Duning-Kruger è una distorsione cognitiva che porta le persone poco esperte in un dato campo a sopravvalutare se stesse, ritenendo di possedere conoscenze o abilità che, in realtà, non posseggono.
Fu dimostrato in un esperimento in cui, ai candidati, venne chiesto di auto-valutarsi e, successivamente, vennero loro sottoposti dei test.
Ebbene, chi aveva valutato se stesso in modo cauto, ottenne i punteggi migliori, mentre chi si era auto-definito “competente” aveva ottenuto quelli più bassi.
Il saggio sa di essere stupido. È lo stupido che, invece, crede di essere saggio (W. Shakespeare) Condividi il TweetApplica ora, questo principio a ciò che abbiamo detto: chi è più inconsapevole di sé tenderà probabilmente a sopravvalutarsi e a ritenere di essere “evoluto” al punto da non avere bisogno di nessuna guida.
Chi cammina da più tempo sul cammino spirituale, invece, sarà più portato a percepire i limiti della propria consapevolezza: questo gli renderà più facile affidarsi a un maestro che lo guidi e lo sostenga.
Anche i grandi maestri hanno avuto un maestro.

Questo è un punto fondamentale, che spesso viene dimenticato.
Yogananda aveva un maestro, di nome Sri Yukteswar. Ma anche questi aveva un maestro che, a sua volta, era discepolo del leggendario Babaji.
Sappiamo che Ouspenksy fu discepolo di Gurdjieff (il quale ebbe altri maestri) e che Castaneda fu iniziato allo sciamanesimo dal suo maestro Don Juan.
Ed anche i grandi personaggi che hanno riconsegnato all’umanità le conoscenze esoteriche dell’antichità, come Madame Blavatsky e Alice Bailey furono guidate dai loro maestri nella stesura dei loro manoscritti.
Gli esempi da fare sarebbero ancora tanti, ma il messaggio che vorrei far passare, in realtà, è semplicemente che anche questi grandi personaggi, maestri a loro volta, hanno accettato e persino cercato con tutte le loro forze una guida che li sostenesse.
A questo punto, però, so che potrebbe sorgere una domanda.
“Quindi…non è vero che ognuno di noi è maestro di se stesso”?
La risposta è si e l’eventuale contraddizione, come sempre, esiste solo in apparenza.
Dentro di te vive una guida interiore infinitamente buona e saggia, che saprà guidarti oltre i tuoi blocchi e i tuoi limiti, verso la migliore versione di te stesso.
Ma questo non significa che tu non possa avere un maestro.
Il maestro esteriore e interiore, infatti, possono coesistere; ed è bene che lo facciano.
Ricorda questi punti:
- Un maestro non dà risposte: ti fa le domande giuste per fartele trovare.
- Un maestro non ti dice cosa fare: ti aiuta a comprenderlo da solo.
- A un maestro non vuole aver ragione, ma sarà inflessibile a pretendere rispetto dei suoi insegnamenti
- Un maestro non percorre la strada al posto tuo: ti indica un possibile percorso. Sta, poi, a te percorrerlo.
La funzione del maestro, dunque, è quella di aiutarti a trovare il tuo maestro interiore e a rimanere in connessione con lui.
E non solo.
Come sai, mi sono trovato (ma l’ho anche scelto) ad essere riferimento e guida per tantissime persone: questo implica una grande responsabilità.
Sarebbe, forse, pensabile pensare facilitare gli incontri di Spiragli di Luce, interpretare un Tema Natale o fare un trattamento Reiki senza una costante supervisione delle mie guide, interiori ed esteriori?
La domanda è retorica, e l’invito che ti rivolgo, dunque, è quello di coltivare il rapporto col tuo maestro interiore ma, nel contempo, nel non negarti la bellissima esperienza di averne uno esteriore, in carne ed ossa ?
Oltre l’umanità, il pianeta e il sistema solare…

L’ultima parte di questo Spiraglio sarà volutamente allusiva: l’argomento è, infatti, tanto affascinante, quanto vasto per essere affrontato tutto d’un fiato.
Sono certo però, che anche solo qualche riga potrà, intanto, suscitare il tuo interesse.
Il processo evolutivo riguarda l’intero Universo.
Miliardi di coscienze cosmiche sono in evoluzione e, nel nostro sistema solare, stanno lavorando per allineare il proprio livello di coscienza a quello del Sole.
Lo stesso Pianeta in cui viviamo, di fatto, sta evolvendo.
Cosa sto cercando di suggerire?
Che la parola “maestro” non andrebbe riferita solo a un signore (o signora) anziano e saggio. Esistono maestri che agiscono su altre frequenze, dei quali nulla si può dire.
Possiamo, però, ricordarci che stiamo ballando un’inarrestabile danza cosmica che prosegue in ogni istante, anche quando tutto ti sembra quieto.
E gira tutto intorno alla stanza, mentre si danza
(F. Battiato)
È un gigantesco ballo di gruppo che, con la sua pulsazione, ci ricorda quanto sia importante affidarci a chi balla eseguendo passi mossi da una comprensione più ampia della nostra.
Sto parlando, ovviamente, dei maestri, ai quali ti suggerisco caldamente di affidarti.
Nella speranza di aver portato luce e chiarezza su un argomento su cui ce n’è tanto bisogno…mando a te a tutti i lettori e lettrici…un danzante saluto luminoso ✨
Se reputi utile questo Spiraglio, come sempre, lo puoi condividere.

Concordo proprio su tutto e sento di avere bisogno di una guida perché mi sento pronta ma non so come muovermi e, come hai scritto, ho bisogno di metodo.
Il problema però è “dove trovare la mia guida, a chi affidarmi”, chi è giusto per me”? Grazie se potrai rispondermi