Cari amici e care amiche, questo sarà uno Spiraglio estemporaneo, scritto in pochi minuti ma, non per questo, meno profondo degli altri.
Ieri si è spento un grande maestro, una grande anima, lo scrittore Andrea Camilleri.
La morte lascia sempre grande amarezza e tristezza dentro di noi, eppure, possiamo mettere la nostra immaginazione e fantasia – e questo piacerebbe molto al maestro – al servizio della celebrazione di questo momento di passaggio.
Voglio farlo citando un discorso sulla condivisione, una vera e propria lezione sulla condivisione, che Camilleri fece, un giorno, ospite di una trasmissione tv.
Lo scrittore raccontò che, da giovane, si recò a Roma per sostenere l’esame come allievo regista all’Accademia di Arte Drammatica.
Dopo lunghe prove, il maestro di regia, dandogli la mano, gli disse:
Sappia che io non condivido nulla di quello che lei ha detto e scritto in queste ore. Arrivederla.
Camilleri se ne andò, sicuro di non essere stato ammesso, a casa di un amico, e passò dieci giorni meravigliosi, a spasso per Roma, che non conosceva.
Poi, arrivò il giorno della partenza.
Fu allora che, passando dall’albergo in cui aveva alloggiato la prima notte, trovò una serie di telegrammi di suo padre.
Il primo diceva:
Sei stato ammesso all’Accademia, con la massima borsa di studio
Il secondo riportava:
Mi accorgo, con orrore, che le lezioni sono iniziate da sei giorni
Ed ecco che il giovane Camilleri si precipita all’Accademia dove, tutto trafelato e mortificato per il ritardo, incontra il maestro di regia, il quale gli chiede, immediatamente, perché si presentasse con tanto ritardo.
Lui gli risponde che non pensava di essere stato ammesso, perché quelle parole “non condivido nulla di quello che ha detto e scritto” sembravano proprio un segno di non avercela fatta.
Ma il maestro lo interrompe e gli dice:
“Fermati. Non condividere non significa che il pensiero, le opinioni dell’altro siano sciocche. Possono essere idee intelligenti, solo che io – semplicemente – non le condivido.
Ecco la prima lezione, dice Camilleri: ascoltare sempre, fino in fondo, le ragioni degli altri.
Così, quel giorno, il maestro commentò quell’episodio.
E, magari, questa lezione, contiene un insegnamento ancora più profondo.
Stiamo vivendo un’epoca in cui la mente, individuale e collettiva, è sottoposta a continue tensioni che, sempre più spesso, portano le persona a scontrarsi tra loro.
Osservando alcune discussioni, sembra proprio che non si possa apprezzare e, talvolta, persino rispettare l’altro, a meno che non se ne condividano le opinioni.
Ed è proprio per questo che la lezione del maestro di regia (Orazio Costa, n.d.r.) è così importante, adesso, per noi.
Perché ci ricorda che possiamo non solo apprezzare, non solo – ovviamente – rispettare ma anche ammirare qualcuno che ha opinioni diverse dalle nostre, al punto da ammetterlo a un corso col massimo dei voti.
Se qualcuno non concorda con le tue opinioni non è tuo nemico. Ha semplicemente idee diverse, opinioni distinte che derivano, probabilmente, da una storia personale distinta.
Circondarci di persone che la pensano come noi, che condividono le nostre opinioni, può essere confortante e gradevole, è vero, ma anche terribilmente noioso e, in fondo, persino pericoloso, da un punto di vista evolutivo.
I passi in avanti, nella vita, avvengono quando prendiamo coscienza di una differenza, di una diversità. Quella parte che si distingue, che risulta non riconosciuta per i nostri canoni e binari mentali, spesso, nasconde e contiene un tesoro ricco e prezioso.
Andrea Camilleri, ieri, all’età di 93 anni, ci ha lasciato.
Però, al contempo, ci ha – per l’appunto – lasciato anche una grande eredità: non solo le sue grandi opere, come il celebre Montalbano, ma anche insegnamenti come questo.
La prossima volta che hai una discussione, e che ti stai infervorando con qualcuno solo perché le sue opinioni non coincidono con le tue, prova a ricordarti della lezione del maestro di regia.
“Non condividere le idee altrui, non significa che queste siano sciocche”.
Se esiste una cosa “sciocca”, senza sale, senza gusto, è proprio pretendere che tutti siano d’accordo con noi. Le nostre opinioni sono labili, mutevoli, potrebbero sciogliersi da un momento all’altro. Cambiano, così come cambiano quelle degli altri.
Ricordiamocelo
Arrivederci al prossimo Spiraglio
Se questo post ti è piaciuto, e se vuoi rimanere in contatto con altre riflessioni come questa, segui la pagina di Spiragli di Luce, dandogli un “mi piace” ? qui sotto.
Troverai, ogni giorno, nuove riflessioni evolutive.
E se, magari, non condividi le idee espresse in questo post, ma reputi che non siano sciocche, le puoi, appunto, condividere usando i pulsanti qui sotto ??
Lascia un commento