Caro spiraglioso amico e cara spiragliosa amica ✨ oggi vorrei che riflettessimo insieme sul discorso di capodanno del presidente Mattarella
Mi interessa, in particolare, questo passaggio:
“Sentirsi “comunità” significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa “pensarsi” dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro paese.
Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee ma rifiutando l’astio, l’insulto e l’intolleranza, che creano ostilità e timore.
So bene che alcuni diranno: questa è retorica dei buoni sentimenti, che la realtà è purtroppo un’altra; che vi sono tanti problemi e che bisogna pensare soprattutto alla sicurezza. Certo, la sicurezza è condizione di un’esistenza serena, ma la sicurezza parte da qui: da un ambiente in cui tutti si sentano rispettati e rispettino le regole del vivere comune”.
Sai perché mi hanno colpito queste parole?
In primis, perché dà un messaggio forte: i buoni sentimenti non sono “retorici” ma, al contrario, sono il fondamento di una società forte e sana. E sono anche, aggiungo io, una virtù da sviluppare per ogni persona che cammina sul sentiero spirituale.
Inoltre, il messaggio risuona fortemente con quello che sentivo quando, dopo due anni di vita in Colombia, rientrai in Italia. Passo subito a spiegarti cosa intendo.
Italia, patria dell’arroganza?

Come ti accennavo, ho passato una parte della mia vita in sud America. L’esperienza trasformativa che ho vissuto (e in particolare l’essere entrato in contatto con lo sciamanesimo) mi avevano fatto “dimenticare” alcuni tratti caratteristici del modo di fare del nostro paese.
Al mio rientro, infatti, non potei fare a meno di notare quanta aggressività, quanta supponenza e quanta arroganza ci fossero nel modo di comunicare delle persone.
Compresi, forse, solo in quel momento, perché alcuni latino-americani ci chiamano “creídos“, termine che, in parole povere, indica che “ce la crediamo“, ovvero che siamo vanitosi e presuntuosi, che abbiamo la pretesa di sapere sempre tutto ed avere ragione su tutto.
Anche se quando lo sentivo dire non mi riconoscevo in tale descrizione, a distanza di tempo, riconosco che avevano le loro ragioni per “affibbiarci” questa valutazione.
E c’era anche un altro particolare che mi sconvolgeva, una volta rientrato: osservare quanto le persone si lamentassero costantemente per tutto: lamentarsi sembrava aver sostituito il ⚽️ calcio come primo sport nazionale! ?
Ma di cosa si lamentavano?
Esattamente di ciò che ha detto il presidente Mattarella: la mancanza di sicurezza. A questo proposito ritengo importante, condividere con te la mia testimonianza.
Il senso di insicurezza, dal paese in cui provenivo, era veramente dilagante, basti pensare che in Colombia, nel solo 2018, ci sono stati ben 9.000 omicidi, per non parlare di furti e rapine, all’ordine del giorno. Per darti un’idea, la notte (lavoravo in un locale aperto solo la sera) uscivamo sempre in gruppo, perché avventurarsi per le vie della Candelaria (il centro storico di Bogotà) dopo mezzanotte, da soli, beh, non è proprio un’ottima idea.
Ma se da questa parte del mondo siamo più sicuri – mi chiedevo – com’era possibile che i colombiani fossero così allegri, mentre da queste parti la gente sembrava essere cronicamente scontenta?
La risposta è semplice: la percezione della sicurezza (e del benessere) non è assoluta, ma relativa. Inoltre, l’essere scontenti è una sorta di “gene” molto diffuso nel DNA italico.
Ma c’era un’altra domanda che mi ponevo, e cioè: ammesso e non concesso che l’insicurezza ci sia, questa giustifica forse gli alti livelli di malessere, il pessimismo cronico, la maleducazione o l’arroganza?
Me lo chidevo perché sentivo dire proprio questo: che “la gente si comporta così” perché “è stanca“, perché “c’è la crisi” e così via.
E questa spiegazione mi conferma che, come popolo italiano, abbiamo bisogno di imparare il rispetto reciproco, evitando di giustificare i comportamenti sgradevoli con improbabili cause esteriori.
Questo è, infatti, un atteggiamento infantile (e, dunque, ben poco spirituale) paragonabile al bambino che, quando fa i capricci, risponde male ai genitori o picchia i compagni di gioco.
La sicurezza – dice giustamente Mattarella – “parte da un ambiente in cui tutti si sentono rispettati” e, a loro volta, “rispettino le regole del vivere civile“.
Ma dove nasce l’arroganza?
Rispondero subito ma prima, se le riflessioni ti risuonano, ti chiedo un velocissimo favore: se lasci un “like” sulla pagina Facebook di Spiragli di Luce non solo aiuti il blog a crescere, ma rimarrai in contatto, ogni giorno, con nuove pubblicazioni come questa! ??
L’arroganza è espressione della mente inferiore

Sono gioiosamente grato alla coscienza infinita del divino, per le continue sincronicità che mi invia. Proprio ieri pomeriggio, infatti, prima di ascoltare il discorso di Mattarella, mi sono imbattuto in una bella frase di un libro di F. e G. Varetto, che ti riporto qui sotto:
Il problema maggiore di noi occidentali è stato lo sviluppo, molto veloce, della mente inferiore che ha avuto come conseguenza un parallelo aumento di prepotenza e di arroganza e quindi di violenza, che hanno causato profondi malesseri all’interno degli individui, fra gli uomini e fra questi e i vari regni di natura. Per renderci conto di questo basta osservare il tasso di violenza verbale e fisica che vi è stato negli ultimi decenni.
(Tratto da “Lo Sposalizio nei Cieli” – di F. e G. Varetto)
Non è curioso ritrovare, nel discorso di Mattarella, e solo un paio d’ore dopo averle lette…parole tanto simili a quelle lette su un libro esoterico? ??
A mio parere si, ed è stata proprio tale sincronicità a guidarmi nella stesura di questo Spiraglio: mi ha aiutato a comprendere che c’era bisogno di scrivere qualcosa a questo riguardo.
Leggi anche: “Le cose accadono per una ragione (Sincronicità)
La mia percezione, al rientro nel nostro “bel paese”, resa neutra e imparziale da un soggiorno prolungato dall’altra parte del mondo, era che – in realtà – il vero problema italiano non fosse la criminalità o l’insicurezza (le statistiche dicono che inglesi e francesi non sono messi meglio) bensì, proprio il livello di maleducazione e arroganza nel modo di esprimersi dei suoi cittadini, ed anche il mancato rispetto delle regole.
Attualmente, esprimere un’opinione, sembra quasi una sorta di atto di guerra che debba essere “ripagato” con un attacco. E questo atteggiamento aggressivo e diffuso peggiora vistosamente la qualità della vita. La comunicazione e le relazioni sono, infatti, un aspetto fondamentale della vita.
Ma cosa intendo per “arroganza”?
Guarda, ad esempio, questo commento. Sulla mia pagina Spiragli di Luce – Elvio Rocchi la comunicazione è sempre equilibrata, armonica, tesa a far emergere il meglio da tutti noi. Eppure, è bastato toccare un argomento scottante come l’immigrazione, nel momento in cui il “corpo di dolore” (la parte reattiva del corpo emozionale collettivo italiano) era eccitato, per vedersi rispondere:

Questo commento (insieme a tanti altri sui generis) arrivò in risposta al fatto che avevo espresso un’opinione sulla nave Aquarius.
Ma è proprio necessario commentare in questo modo? Si risolve qualcosa? Si ha l’opportunità di arricchirsi?
Ecco che torniamo a quanto scrive Varetto: questa comunicazione “graffiante” e tesa a “ferire” è frutto della mente inferiore ed, anche, della personalità che si sente in pericolo, vedendo minacciata la propria zona di confort delle proprie credenze e convinzioni.
Leggi anche: “Il lato oscuro della zona di confort: cos’è e come uscirne”
Oggi, in Italia, a differenza di certi paesi che spesso critichiamo, non lapidiamo fisicamente nessuno, però lapidiamo le persone con le parole.
Ma è bene, a questo proposito, ricordare l’insegnamento del Cristo, secondo cui potremo “scagliare la prima pietra” solo quando saremo senza peccato, ovvero, in questo caso, quando l’istinto di “scagliare le pietre verbali” non sarà completamente dominato e armonizzato.
Per arrivare a ciò, c’è ancora tanto lavoro da fare, ed è questa la ragione per cui, oggi, mi sono prodigato a scrivere questo spiraglio che, se ti è piaciuto, ti chiedo di condividere sui tuoi profili social, lo puoi fare usando i pulsanti che trovi a fine articolo.
L’augurio che esprimo, in conclusione, è quello di veder diffondersi sempre più una comunicazione sincera, armonica, tesa all’evoluzione e mai alla scissione. Ed anche di ricordarci che siamo parte di un tutto, e che le tue azioni e i tuoi gesti, nel quotidiano, contano più di mille leggi; perché, mentre per ogni legge si può “trovare l’inganno”, le tue azioni avranno sempre conseguenze concrete sulla vita degli altri! ?
Detto questo…un abbraccio di cuore e…arrivederci al prossimo Spiraglio ✨❤️
Un po’ di tempo fa avevo scritto uno post che risulta particolarmente in sintonia con quello di oggi, ti suggerisco di leggere ➡️
Perché tornare ad amare l’Italia
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