Qual è la differenza tra vivere e sopravvivere? Quest’ultima parola fa pensare a situazioni estreme (la ricerca del cibo, o la salvaguardia dell’incolumità) ma, come vedremo nel corso di questo Spiraglio, ci sono tante sfumature tra queste due idee di vita…e molte più persone di quante si pensi, sono ancora molto vicine alla sopravvivenza…
Ciao a tutti i lettori e lettrici, sono Francesco e voglio iniziare questa riflessione con alcune domande:
Cosa vuol dire vivere nell’eternità?
Cosa significa essere Immortali?
Cosa vuol dire essere Fiamme Eterne?
Le risposte a questi quesiti non si possono spiegare: si sentono. Non si possono provare scientificamente (non ancora), sono sensazioni che ognuno di noi può arrivare a percepire.
Ma è da queste domande che è nato questo Spiraglio, per comprendere insieme a voi la possibilità di scegliere tra la sopravvivenza e la Vita vera e propria.
Cosa vuol dire sopravvivere?
Nella sopravvivenza si è legati alla paura, la quale si manifesta in vari campi della vita e in varie modalità: paura di sbagliare, del giudizio, della solitudine, di agire, della povertà, di non essere amati ma soprattutto abbiamo paura della morte.
Vivere una vita governata dalla paura ti fa semplicemente sopravvivere. Manteniamo in vita il nostro corpo fisico, ma non facciamo nient’altro che soffrire, perché abbiamo paura, e la verità sconcertante è che abbiamo “paura della paura”.
Proprio così! Abbiamo paura di provare paura! Non ti sembra assurdo? Non ti sembra paradossale?
Comprendere questo, però, potrebbe essere la chiave di volta per intraprendere oggi stesso una vita del tutto diversa, una Vita con la V maiuscola.
Dalla semplice sopravvivenza si può, infatti, cominciare a VIVERE!
Tre passi per iniziare a comprendere la paura

Ti propongo tre spunti di riflessione sulla paura. Iniziamo!
1 – La paura non è una cosa “malvagia”: esiste per farci andare oltre, per farci prendere e intraprendere strade che non abbiamo ancora percorso, ci spinge verso il nostro Dharma (verso il progetto dell’Anima).
2 – Comprendendo nella mente e nel cuore la paura, accettiamo che essa faccia parte della vita, così facendo usciamo dalla prima grande illusione, la paura di provare paura, un enorme “trip” che ci fa solo soffrire “quasi” inutilmente.
3 – Se riusciamo ad accoglierla, si trasformerà in amore puro, difatti l’altra faccia della medaglia dell’amore non è l’odio, bensì la paura. L’amore è apertura, espansione, movimento, connessione, mentre la paura è chiusura, limitazione, staticità e separazione.
Sopravvivere o vivere sopra?

E’ interessante notare che la parola sopravvivere deriva dal latino, ed è composta dalle parole sopra e vivere, quindi – in effetti – possiamo anche tradurlo con vivere sopra. Ma cosa significa?
Poniti queste domande: cosa voglio far “vivere sopra”? Cosa voglio far sopravvivere?
Tutti gli esseri umani, spesso inconsciamente, si ostinano a far sopravvivere la propria personalità, formata dal corpo fisico, mentale ed emotivo, senza rendersi conto che essa è l’unica parte destinata a rigenerarsi.
Con vivere al di sopra s’intende vivere nella coscienza, l’unica cosa che è Immortale, la tua fiamma Eterna, la tua Immortalità.
Potremmo dire che, “staccandoti” dalla tua personalità, lavori sull’attaccamento che provi su di essa, così facendo, diventi più consapevole del momento presente e cominci ad avere una visione più allargata e più ampia della Vita.
Come il falco e l’aquila che dall’alto riescono ad osservare il tutto chiaramente. Occhio di falco non significa solo avere una buona vista, ma anche avere una visione più allargata e chiara della situazione, cosa che si può avvicinare alla verità.
La “mamma” di tutte le paure

Potremmo definire la paura della morte la madre di tutte le paure.
Ogni paura esiste per farci notare qualche identificazione con la personalità, con qualcosa che comunque, prima o poi, non ci sarà più o che è destinata a trasformarsi e rinascere per prendere poi forma in qualcosa di nuovo .
L’essere umano ha paura della morte, tutti, o quasi, hanno paura di sparire da questo mondo, di non esistere più, di svanire da un momento all’altro senza lasciare traccia.
Questa è un’illusione ben architettata e i poteri oscuri sfruttano benissimo questa nostra debolezza usandoci come delle marionette incastrandoci nella sopravvivenza materiale.
Ascoltarsi profondamente, aiuta a percepire che niente finirà, la nostra essenza non morirà mai, ma per arrivare a questa consapevolezza si deve scegliere di avere Fede nella vita e spesso questo passo nel vuoto è il più difficile da affrontare, è un’azione che richiede un gran coraggio e una grandissima fiducia in sé stessi.
È giunto il momento di parlare di cicli ma, prima, ti chiedo solo un istante del tuo tempo: se questo Spiraglio ti sta piacendo…aiutaci a crescere e diffondere consapevolezza: dai un mi piace alla nostra pagina Facebook!
Il ciclo sulla Terra: dalla nascita alla morte

Ho accennato qualcosa, in riferimento ai cicli, nel mio spiraglio precedente dedicato al segno del Cancro. Per comprendere e affrontare la paura al meglio devi aprire gli occhi e ritornare a conoscere la tua casa, il pianeta Terra.
Se ti fermi a riflettere, ad analizzare cosa succede nella Terra, noterai che niente rimane immutato, tutto cambia e si trasforma e alle volte questa trasformazione si chiama morte. Nella nostra vita abbiamo rifiutato l’esistenza della morte, semplicemente pronunciare o ascoltare questa parola ci crea disagio, ma la morte fa parte del ciclo della Vita, è tanto importante come la nascita e l’esperienza.
Come diceva Antoine Lavoisier:
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Nell’atto della trasformazione qualcosa deve “morire” perché altro possa rinascere. Tutto questo fa parte del cicli e più lottiamo contro di essi e più “soffriremo”. Ecco perché dobbiamo ri-tornare a seguire i cicli naturali.
Leggi anche: Chiudere i cicli e lasciar andare per vivere meglio
Le piante , gli animali, le stagioni sono dei grandi maestri per noi, ci aiutano a comprendere le nostre “stagioni interiori”, ci aiutano a percepire quand’è il momento di lasciar andare, vedi le foglie che cadono in autunno, oppure cosa far germogliare, vedi i semi che emergono dal terreno in primavera.
Perché questa è la scuola del Pianeta Terra, questa è l’esperienza che abbiamo scelto, questa è la vita.
Il coraggio di lasciar andare

Lasciar andare, ecco riassunto in due parole l’atto di coraggio per eccellenza. Mi torna in mente una bellissima frase che Andrea Panatta riportava nel suo bellissimo libro “Istruzioni per Maghi erranti“:
“Posso essere pace anziché essere quello che sto provando/pensando?”
Ogni volta che mi torna in mente questa domanda mi sconvolge, in queste semplici parole si racchiude un mondo. Questo stato di pace viene spesso descritto dalle guide del passato e del presente, come una profonda sensazione di beatitudine. Non è forse la beatitudine una pace perenne, costante e immortale?
Ecco che, se pensieri o emozioni mi turbano, ponendomi la domanda iniziale: “Posso essere pace anziché quello che sto provando/pensando?”
Percepisco che sono di fronte ad una scelta che richiede un grande atto di coraggio. Il coraggio di lasciare andare ciò che mi impedisce di essere pace. Avere il coraggio di ammettere le proprie paure, difficoltà, attaccamenti a persone, pensieri ed emozioni è un atto di forza e coraggio immenso.
In questa vita non c’è da aggiungere nulla ma solo da togliere e lasciar andare.
Qui sotto trovi il libro di Andrea Panatta di cui ti ho parlato (il primo ed il seguito…)
Istruzioni per Maghi Erranti – Il piccolo libro della centratura
Andrea Panatta
Disponibile su il Giardino dei Libri
Istruzioni per Maghi Erranti 2.0
L’arte del sentire
Andrea Panatta
Disponibile su il Giardino dei Libri
E con questo è tutto. E tu, caro lettore e cara lettrice, stai vivendo, sopravvivendo…o in che via di mezzo tra le due sei? Se vuoi fammi sapere come la pensi!
E se questo Spiraglio sulla differenza tra vivere e sopravvivere ti è piaciuto, condividilo usando i pulsanti qui sotto!
Francesco
Lascia un commento