Siamo di continuo sottoposti a prove, nel lavoro, nelle relazioni, riguardo la casa o la famiglia. Ma c’è una forza che può letteralmente tirarci in avanti: quella che scaturisce dalla realizzazione della nostra missione di vita. La cosa più importante per ogni essere umano dovrebbe essere trovarla!
Sono Vanna e in questo Spiraglio voglio parlarti dello scopo della nostra esistenza, la nostra missione vita, appunto, e di come riconoscerlo.
È la Leggenda Personale di cui tanto ha scritto Coelho, oppure quella che viene chiamata la costruzione del Sogno dagli sciamani, la ghianda, o immagine, di cui parla James Hillman.
È la sensazione di essere al posto giusto, nel momento giusto.
Imparare a conoscersi
Seguire la famosa ammonizione dell’oracolo di Delfi è il primo passo da fare per vivere e realizzare la propria missione nel mondo. Se non sappiamo chi siamo, quali sono le nostre paure e le nostre più grandi potenzialità, come possiamo comprendere qual è il nostro scopo?
Ti descriverò tre aspetti da osservare bene se vuoi conoscerti meglio e scoprire il tuo sogno, ma prima soffermiamoci un attimo sulle paure.
Ognuno di noi si porta dentro dei limiti che crede invalicabili: la paura di compiere un viaggio da soli, quella di perdere le proprie sicurezze, oppure la paura del diverso. Spesso si tratta di fattori inconsci e profondamente radicati, di cui neanche ci rendiamo conto, ma che si possono racchiudere in un’unica grande paura: la paura dell’ignoto.
Ecco la buona notizia! Percorrere la nostra vera strada, quella dell’Anima, porta trasformazione e armonia. Ci porta a risolvere i conflitti e a superare i nostri limiti.
Certo, questo spesso vuol dire dover affrontare molti “mostri”, ma non è molto meglio che restare fermi, intrappolati in un presente che non ci piace?
Tre domande importanti per riconoscere la propria missione di vita
Puoi aver più chiaro qual è il tuo scopo rispondendo a queste domande:
- Cosa amavi fare da bambino?
- Quale hobby coltivi?
- Quali sono i tuoi talenti?
Vediamole una per una. Ricordi cosa amavi fare da bambino? Quando non avevi ancora sovrastrutture e l’anima poteva esprimersi più liberamente, di sicuro mostravi le tue attitudini.
Ai genitori basterebbe osservare il loro figlio per comprendere. Ad esempio, una bambina di quattro anni che conosco bene adora ballare seguendo la musica, ed è anche già bravissima ad usare riga e matita, mentre si rifiuta spesso di colorare. Magari la sua missione sarà legata all’espressione creativa, oppure al disegno tecnico.
Se non ricordi cosa amavi fare da bambino, puoi guardare a quelli che sono ora i tuoi hobby, magari attività come la pittura o la musica, che coltivi per passione. Tenerli a mente ti aiuterà anche a mettere a fuoco i tuoi talenti.
Riconoscere i propri talenti può sembrare difficoltoso, ma pensa semplicemente a questo: cosa fai con più naturalezza e spontaneità, quasi come fosse senza sforzo?
Non pensare solo a qualcosa di pratico. Potrebbe trattarsi ad esempio della generosità, della creatività oppure dell’empatia, dell’attenzione agli altri.
Perché, allora, non parti proprio da questi punti forti per trasformarli in un compito, un’attività che ti permetta di vivere con gioia e realizzazione la tua vita?
Pensiamo di doverci sforzare tanto per apprendere competenze che spesso ci stanno strette e dimentichiamo di coltivare e lasciar esprimere i nostri talenti. Certo, anche per accrescere i propri talenti ci vogliono impegno e costanza, ma il loro sbocciare è molto più fruttuoso e naturale.
Oltre il conosciuto
Una volta scoperti i tuoi talenti, prova a farti un’altra domanda:
Sono sicuro di desiderare qualcosa che già esiste?
Ricordo ancora l’Orientamento a scuola: se prendi chimica puoi fare il tecnico di laboratorio, con l’alberghiero il cuoco, e se invece fai il liceo poi devi andare all’università, e allora magari diventi medico, oppure avvocato.
Ho semplificato un po’, ma se ci pensi è così: fin da piccoli non ci guidano alla scoperta di noi stessi. Ci viene messo davanti un mondo e al massimo possiamo scegliere tra ciò che già esiste.
Ma non siamo qui per ricalcare mestieri consolidati e precostituiti! Molti di noi sono qui per abbattere strutture, altri per creare qualcosa di nuovo, con un comune denominatore: essere utili agli altri.
Prima di parlarti dell’importanza di andare oltre ciò che già esiste, però, voglio chiederti un minuto del tuo tempo per lasciare un like alla nostra pagina fb, così ci aiuti a crescere e puoi restare aggiornato. Grazie!
La cosa più importante è che tu sia te stesso! Te lo dimostro con un esempio di citologia, la scienza delle cellule.
In base all’organo e al tessuto, esistono tantissimi tipi di cellule, con forme e funzioni differenti. Ma non solo. Anche in uno stesso tessuto esistono cellule diverse, in base alla loro posizione.
Cosa sto cercando di dirti? Che il fatto che tu sia nato in un determinato luogo e in una certa famiglia non è un caso. Servi lì, dovresti iniziare da lì. Ma non per questo devi essere uguale a chi ti sta attorno o replicare ciò che hai visto fare a loro.
Magari sei una cellula diversa e hai un tuo compito specifico. Pensa, che disastro accadrebbe in quel tessuto, e poi nell’apparato, se tu non fossi te stesso!
La fisiologia insegna che tutto è una questione di equilibri: nel nostro corpo ogni cosa è interconnessa alle altre. E così ogni essere umano, con ciascuna scelta e azione, opera grandi cambiamenti, sebbene spesso non se ne accorge. Ecco perché seguire la propria missione di vita è un bene per se stessi e per tutti.
L’equilibrio tra ragione e sentire
Essere utili agli altri vuol dire riuscire ad applicare alla vita quotidiana il proprio talento. Se resta una cosa unicamente tua e non viene messo a servizio dell’umanità, non può essere la tua missione di vita.
Per mettersi al servizio degli altri occorre tanto essere pratici quanto seguire il proprio intuito.
Ti sei mai chiesto che differenza c’è tra chi resta impantanato tra i suoi sogni irrealizzati e chi cammina sulla strada della propria missione?
La differenza, per me, sta nell’azione.
E come può essere superata questa stasi?
Sperimentando!
Occorre muoversi, seminare e seminare ancora, per far attecchire nel mondo il proprio sogno.
In un paesino vicino al mio, un bar stava fallendo. Finché il proprietario non ha avuto un’idea geniale: fare delle tradizionali focaccine farcite anziché i soliti panini. Ora è un locale di successo. La sua missione è sempre stata quella di preparare cibo e servirlo, doveva solo trovare la modalità vincente per farlo!
In definitiva, il sogno di una vita è il modo in cui fare agire l’essere. Ecco perché è importante trovare un equilibrio tra la ragione e il sentire.
Un libro prezioso
C’è un testo bellissimo che spiega, con molteplici esempi di personaggi noti, come ogni Anima abbia un disegno, un’immagine da realizzare in una vita, un trattato che va oltre molte idee freudiane spesso limitanti. Si tratta de Il Codice dell’Anima di James Hillman.
Il Codice dell’Anima
James Hillman
Disponibile su il Giardino dei Libri
Riconoscere la propria missione di vita attraverso il tema natale
Oltre a tutto quello che ti ho raccontato in questo Spiraglio ci sono anche importanti strumenti che la spiritualità e la saggezza antica ci mette a disposizione per aiutarci a riconoscere la nostra missione e uno di questi è proprio l’Astrologia Evolutiva.
La lettura del cielo natale dà preziose indicazioni proprio su sfide, opportunità, blocchi da superare e talenti da risvegliare. Ci vorrebbe un nuovo spiraglio per approfondire questo argomento ma…per fortuna c’è già e se vuoi scoprire di più, lo trovi qui:
Astrologia Spirituale e Lettura del Tema Natale
Infine, visto che ho parlato di cellule, ti consiglio la lettura di un bellissimo articolo di Francesco Viero:
Se gli Esseri Umani fossero cellule di un Organismo più grande.
Mi auguro di esserti stata utile e che tu abbia messo un piccolo tassello in più per riconoscere la tua missione di vita!
Un sorriso,
Vanna
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