Le persone amano parlare di libertà.
Amano anche affermare di essere libere: frase quali: “ognuno è libero di pensare ciò che vuole” o “sono libero di fare quello che mi pare” sono sulla bocca di tutti.
Tanto. Troppo.
Perché troppo? Tutto questo parlare di libertà, a me fa pensare che, liberi per davvero, non lo siamo. Che bisogno ci sarebbe, altrimenti, di dirlo con tanta insistenza?
Bisogna forse discutere sul fatto che le foglie sono verdi ed il cielo azzurro? Parlare troppo di libertà, segnala che, in giro, non ce n’è poi troppa
E tu, sei sicuro di essere libero?
Non pongo questa domanda per insinuare che c’è qualcuno, in qualche luogo oscuro, in qualche stanza dei bottoni, che ti sta togliendo la libertà. Perché ad un uomo libero la libertà non può essere tolta.
È una caratteristica interiore, per questo, si dice, è inalienabile. Questa parla viene dal latino alienus, “altrui”, significa che la libertà non può essere ceduta, venduta o trasferita.
Eppure, attualmente, pochissime persone sono libere.
C’è una ragione precisa per cui non lo sono, ma prima di scoprirla, dobbiamo prendere dimestichezza con questo principio:
nessuno può privarti della tua libertà.
Per “privarti” della libertà, infatti, devi essere già libero. Ma se tu lo fossi, secondo quanto ho appena scritto, nessuno te le potrebbe togliere.
Un bel rompicapo, non è vero?
Per uscire dal rompicapo, dobbiamo prima ammettere di non essere liberi. E per fare ciò dobbiamo conoscere la ragione per la quale non lo siamo.
Anche se non lo sai, qualcosa agisce in te
Dicono le antiche scuole esoteriche che l’uomo non agisce bensì, “è agito”.
In ogni essere umano è insito un “meccanismo” che lo spinge a sperimentare determinati comportamenti, emozioni e pensieri.
Questo principio ha un nome: si chiama automatismo.
Agisce in noi, anche in te che leggi in questo momento. Se non ti sembra vero, probabilmente, è perché, non sei ancora in grado di vederlo.
È difficile vedere un automatismo dall’interno. È molto più facile che siano gli altri ad accorgersene. È anche vero, però, che allenandoci costantemente, anche noi ce la possiamo fare. E a quel punto, e solo a quel punto, apriamo la porta della libertà.
Questa scoperta ha “sconvolto” (positivamente!) la mia vita
Correva l’anno 2008 quando iniziava il mio percorso spirituale.
Se devo essere sincero, fin da bambino qualcosa, nella “realtà” non mi tornava.
Se Galileo, riferendosi alla Terra, esclamava “eppur si muove“, io ripetevo a me stesso “eppure, oltre a ciò che vedo, deve esserci qualcos’altro“.
Volevo sapere cosa accadeva dopo la morte, mi incuriosiva lo spiritismo, la magia, gli angeli, percepivo che la realtà fenomenica celava grandi misteri. Fu così che iniziai a cercare.
Eppure, il mio risveglio, non è passato per niente di tutto ciò, ma proprio dalla scoperta dei miei automatismi.
Scoprire che c’era qualcosa che “mi agiva” mi ha in primo momento sconvolto, poi fatto nascere un grande entusiasmo, dato dalla nuova consapevolezza che, una volta vinti gli automatismi, sarei stato finalmente padrone della mia vita, per la prima volta sarei stato libero.
Ma dato che, a questo punto, ti starai chiedendo in cosa consiste l’automatismo, facciamo alcuni esempi.
Tre esempi di automatismo
Ti è mai successo, mentre leggi un libro, di scoprire che la tua mente stava vagando chissà dove, e di non avere idea di cosa tu stessi leggendo? Ecco un primo automatismo.
Lo chiami distrazione e non gli dai peso, eppure un peso ce l’ha eccome.
Ricorda la domanda iniziale: sei libero?
Quando pensiamo alla privazione della libertà immaginiamo sempre gabbie o prigioni, ma esiste anche una libertà più “spicciola”, che viene negata nella vita di tutti i giorni.
Sei libero di leggere un libro, se a metà pagina non sai più cosa stai leggendo perché la tua mente “se ne va”?
Chiedi a te stesso: chi è che decide di distrarsi? “Nessuno, la distrazione accade!” – forse qualcuno risponderà così.
Ma perché diamo per scontato che sia “normale” che la nostra mente vada dove vuole lei anziché dove vogliamo noi? Reputeresti normale se le tue braccia iniziassero ad agitarsi in modo convulso, senza che tu lo voglia?
E se non sei tu a controllare la tua mente…chi la controlla?
Queste sono domande che ogni aspirante spirituale dovrebbe porsi.
Ma facciamo un altro esempio: cammini per strada e, dopo qualche minuto, ti accorgi che non sai come hai fatto ad arrivare nel luogo in cui ti trovi. Camminavi con il pilota automatico inserito, mentre i pensieri si perdevano nelle loro fantasticherie.
Anziché agire, eri agito. Il corpo faceva una cosa, la mente un’altra.
Un terzo esempio? La sigaretta.
Chi fuma non sempre è consapevole del fatto che sta fumando.
Da ex-fumatore, posso testimoniare che esistono “due tipi” di sigarette: il primo, è quando sei al ristorante e ti viene voglia di fumare: lo dici agli amici ed uscite; oppure, sei in biblioteca e vuoi fare una pausa: esci e fumi.
La sigaretta del secondo tipo, invece, la fumi mentre sei intento a fare altro e sei, magari, arrabbiato, nervoso o stressato. Un attimo prima la sigaretta non c’è, un attimo dopo eccola lì, brillare tra le labbra. Nel libro è facile smettere di fumare, se sai come farlo viene citata una statistica secondo cui i fumatori dichiarano di fumare metà delle sigarette che realmente fumano.
E l’altra metà? Se le fumano inconsapevolmente. Non è il fumatore ad agire, bensì l’automatismo della nicotina.
E questo è ancora niente in confronto agli automatismi del mondo delle emozioni.
L’automatismo emozionale
Primo esempio. una persona ti fa un complimento, ciò ti rende soddisfatto. Cinque minuti dopo, però, un’altra ti manca di rispetto. Immediatamente ti senti offeso.
Lo stimolo esterno scatena una reazione. Azione e re-azione. Gli uomini sono estremamente influenzabili dalle dalle circostanze esteriori: il comportamento degli altri, le cose che “vanno storte”, quello che dice la gente , ecc.
Se l’umanità avesse un libretto di istruzioni, potremmo leggervi:
“individui reattivi. Non sono capaci di sviluppare emozioni e pensieri propri. Compiere azioni per farli reagire”. Se un ipotetico alieno lo leggesse, si potrebbe annotare le azioni e le conseguenti reazioni.
Capisci cosa sto cercando di suggerirti?
Se basta una semplice azione per farti re-agire, puoi dire di essere libero?
Chi sa come farti reagire, se vuole, può manipolarti.
Lo sanno bene i pubblicitari, che con semplici trucchi suscitano nel pubblico le reazioni volute. Lo sanno bene i ragazzi che, per la strada fanno fundrasing e ti chiedono: “Ciao, come ti chiami?” anche se, in realtà, quella conversazione è diretta a produrre una donazione a qualche ente.
Eppure, si ottengono più donazioni così che andando da un passante e dicendogli: “Salve, vuole fare una donazione”?
Ma facciamo un altro esempio: hai un esame e sei agitato. Ma hai deciso tu di agitarti? Ovviamente no, è l’automatismo che decide. C’è scritto nel libretto di istruzioni: esame = ansia.
Andiamo avanti: Ti guardano? Ti senti in imbarazzo. Non ti guarda nessuno? Ti senti escluso. Ti parlano in modo scocciato? Ci rimani male. In modo affettuoso? Ti senti accolto. Proposta allettante? Sei eccitato. E così via all’infinito.
Ma chi re-agisce così, assomiglia maggiormente, come Pinocchio, ad un burattino che ad un vero essere Umano, con la “u” maiuscola. È agito da una volontà non sua. Il mondo agisce e la persona obbedisce. Non mi torna tanto come idea di libertà.
Libertà è poter decidere in autonomia di sentirsi bene, senza far dipendere il benessere da ciò che faranno gli altri.
Ecco perché il vero alchimista, il guerriero spirituale sceglie di rivolgere lo sguardo verso la propria interiorità: sa che solo imparando a governarla potrà governare il mondo.
So che queste affermazioni possono essere destabilizzanti e ciò mi sembra estremamente positivo: perché mettere in dubbio le tue credenze è un primo, ottimo passo verso la vera libertà.
L’automatismo sui Social Network
I Social sono un terreno in cui l’automatismo diviene ancora più evidente: le persone danno sfogo in modo incontrollato e, spesso, caotico, alle loro emozioni negative.
Più il tema trattato è scottante, più grande è l’automatismo.
Immigrati, omosessuali, zingari, vegani, vaccini, privilegi dei politici, islam, sono temi da “commento negativo assicurato”. Pagine e giornalisti che pubblicano su questi argomenti, sanno che attireranno un gran numero di like, commenti e condivisioni.
E vedi, ricevere questo tipo di interazione, su internet, significa garantirsi seguito e, quindi, denaro. Perché tanti click/condivisioni = tanti soldi, grazie alla pubblicità.
Capisci? Come veri e propri vampiri energetici ti stanno manipolando.
Quante volte hai visto un articolo contro i vegani, gli zingari, gli immigrati, ecc. con sotto migliaia di commenti? Quegli articoli vengono creati apposta perché si sa che attireranno un grande numero di reazioni.
Chi conosce l’automatismo che scatta quando le persone leggono un certo tipo di notizie, lo usa consapevolmente per spingere le persone a reagire. È un po’ lo stesso meccanismo che ho spiegato quando parlavo delle catene di Sant’Antonio (che se non hai letto, trovi qui: Il potere occulto delle Catene di Sant’Antonio )
Da questo possiamo trarre un altro principio:
Chi è più consapevole di te sui tuoi automatismi, è in grado di manipolarti
Ripropongo la stessa domanda: le persone che commentano questi post sono libere?
Chi decide di commentare? La loro coscienza o la loro emotività che va in “reazione automatica”?
Uno studio ha dimostrato che il 50% delle persone commenta gli articoli senza leggerli. Non ti sembra stupefacente? Non leggono e commentano lo stesso (p.s. accade anche con i post di Spiragli di Luce!)
E la domanda non cambia: può definirsi libera una persona che legge un titolo, sente l’istinto a commentare e meccanicamente, si mette a scrivere senza avere la più pallida idea di cosa sta commentando?
Ultimi esempi
Gli automatismi sono veramente migliaia.
Le posture del corpo sono un esempio: osservando i tuoi amici, vedrai che ognuno ha le sue “pose”, per ogni situazione. C’è poi chi si mangia le unghie, chi si gratta la testa e chi si attorciglia i capelli.
Anche il modo di guidare possiede i suoi automatismi, che in questo caso divengono collettivi: basta osservare la differenza tra la guida in una città del nord e in una del sud.
E pure i gusti hanno i loro automatismi: gli italiani sono convinti in massa che il caffè americano sia “annacquato”, ma non credo che gli americani siano della stessa opinione.
A proposito di estero: lo sai che, per ben sei mesi, ho vissuto in un ostello a Bogotà, in Colombia? Ogni giorno ero a contatto con persone di tutto il mondo, e ti posso dire che a me e agli altri ragazzi del programma workaway bastavano un paio di occhiate per stabilire con esattezza se i nuovi arrivati erano australiani, tedeschi, francesi o statunitensi.
Perché ogni popolo ha i suoi automatismi.
La strada per la Libertà
Come si esce dall’automatismo?
Osservando se stessi. Devi imparare a guardarti come se ti vedessi dall’esterno, osservandoti senza giudicarti. Prendi semplicemente nota di quello che dici, fai e pensi.
Le scoperte che farai saranno strabilianti.
Uno degli esercizi più utili in questo senso è il Ricordo di sé, che veniva insegnato nelle scuole della Quarta Via da G. Gurdjieff, un maestro di cui ti ho già parlato in altri articoli su Spiragli di Luce. Alla fine troverai un link ad un articolo in cui spiego come si esegue.
Imparare l’osservazione di sé significa comprendere quanti condizionamenti agiscono in noi e, una volta riconosciuti, poter decidere con consapevolezza di farne a meno. Quando li riconosci, per la prima volta, puoi decidere tu se essere agito o, finalmente, agire.
Questo Spiraglio è stato lungo, lo so. E so anche che non a tutti sarà piaciuto: sentirsi dire di non essere liberi non fa piacere, eppure, solo prendendone coscienza possiamo aprire un nuovo cammino di Consapevolezza e di Gioia.
È la parte del lavoro su di sé che io chiamo “Il quinto petalo del Fiore di Gioia“, un cammino fatto di volontà, di ricerca e di sacrificio. L’etimo di quest’ultima parola è da intendersi nella radice latina di sacer, “sacro” e facer, “fare”, quindi rendere sacro.
Osservandoci e sacrificandoci -> rendiamo sacri noi stessi, discipliniamo i nostri aspetti più grezzi e ci prepariamo ad affinarli. Solo così possiamo ambire alle alte vette dell’elevazione spirituale.
Come in ogni scalata, per arrivare alla vetta, dobbiamo partire dalle falde della montagna. È un cammino irto e difficoltoso, ma ti posso assicurare che la meta ti ripagherà oltre misura di ogni sforzo: perché essa conduce alla Gioia, ed anche al bene più prezioso che abbiamo, quella caratteristica magica che non ci può essere donata dall’esterno, può essere solo conquistata dall’interno.
Il suo nome è libertà.
Sii libero! Sii felice!
E per proseguire la lettura con post su questa tematica, ecco due suggerimenti:
il primo è l’articolo di cui ti parlavo: Il ricordo di sé – un potente esercizio di presenza
e il secondo è dedicato al significato di una celebre canzone di Franco Battiato che, se non lo sapevi, parla proprio di questi argomenti:
Centro di Gravità Permanente – significato della canzone
Ti è piaciuto questo Spiraglio sul famigerato automatismo? Se si, clicca sui pulsanti che trovi qui sotto! Aiutaci a diffondere consapevolezza, aiutaci a diffondere l’idea di libertà!
La libertà è solo quella interiore spirituale, arrivarci non è facile implica davvero sacrificio, rinunce, apertura verso gli altri e se stessi. un grande lavoro. se davvero ci si arriva la pace interiore ne è il premio e la pace interiore porta pace con gli altri.