L’esperienza dura e interessante del volontariato in carcere, raccontato da Adriana, mia anfitriona durante il “viaggio-spiraglio”, viaggio di 64 giorni attraversando l’Italia
Facciamo un passo indietro: come mai un post sul volontariato in carcere? È una delle belle storie raccolte durante il viaggio di 64 giorni dell’estate scorsa, il mio “viaggio spiraglio”.
Ho sempre pensato che quando viaggi non tornerai mai indietro come sei partito. Verissimo.
Viaggiare mette in mostra parti di te che non sospetti neppure di avere. Ma c’è di più di questo: spesso parti con un’idea e poi il viaggio si trasforma, accadono cose che non ti aspettavi e magari i piani cambiano, ti ritrovi a cambiare i programmi, le idee, capisci che il motivo stesso per cui sei partito era un altro.
Come diceva John Lennon “la vita è ciò che ti succede mentre stai facendo altri progetti“.
Che cos’è che non mi aspettavo?
Ero partito per un progetto legato al turismo, ma sin dai primi incontri presi coscienza del fatto che in quel viaggio c’era qualcosa di altrettanto importante: le storie delle persone che avrei incontrato.
Tra di essi potrei citare Fabrizio (a Martina Franca), che ha mollato tutto per andare a vivere in un trullo, Millo, (a Mesagne) che, oltre alla fama internazionale, ha fatto un bellissimo percorso umano da architetto a street artist e Matilde (a Scanno) anche lei architetto che ha deciso di cambiare vita, aprendo un B&B nel paese con lago a forma di cuore…
…e poi c’è la storia di oggi, quella di Adriana, insegnante in pensione e proprietaria del bel B&B Bellavista di Rossano. Ovviamente ti parlerò anche della bella cittadina calabrese e dei monti della Sila, ma la storia del volontariato in carcere mi ha colpito ed ho così deciso di realizzare un’intervista ad Adriana.
Prima dell’intervista: come sono arrivato a Rossano
Dopo ben tre tappe nella bella Basilicata, di cui l’ultima al Parco archeologico di Grumentum, ho proseguito verso sud.
Arrivato a Rossano, 36 mila anime, provincia di Cosenza, sono rimasto piacevolmente stupito dal B&B Bellavista di Adriana…mai nome fu più azzeccato, infatti…
….la bella vista non manca!
Volontariato in carcere: l’intervista ad Adriana
Cara Adriana, vuoi raccontare ai lettori di Spiragli di Luce qualcosa riguardo alla tua attività di volontariato?
Sono stata insegnante per quasi quarant’anni, e al termine di questa bellissima esperienza, non poteva capitarmi di meglio che imbattermi nell’opera di volontariato in carcere qui a Rossano.
Nel 2006 io e mio marito Nicola siamo stati invitati a gestire un laboratorio in carcere, un’esperienza carica di belle emozioni. Forse tutto sarebbe finito di lì a poco se due degli attori non avessero deciso di tentare gli studi universitari. Dato che avevano deciso di iscriversi a Sociologia, sapendo le difficoltà dello studiare a distanza e nella loro condizione, mi sono offerta di seguirli.
Da allora vado lì tre volte la settimana per studiare insieme e tenere i contatti con i docenti, con la segreteria e con tutto ciò che serve per riuscire a rendere i “miei ragazzi” dei veri e propri “studenti”.
Sono rimasto colpito da quello che mi hai raccontato sulle persone che scontano la pena. Hanno commesso i reati molto giovani, avevano un livello di istruzione molto basso e quasi non parlavano italiano…
La sezione in cui lavoro è una sezione di Alta Sicurezza dedicata a persone condannate per reati legati alla criminalità organizzata. I miei ragazzi sono ora quarantenni, ma sono in carcere da quando ne avevano 18. Tutto quello che hanno fatto di brutto, di bruttissimo (per meritare gli ergastoli i crimini devono essere quelli più terribili: l’omicidio), l’hanno fatto che erano solo adolescenti.
Non so dirti quali condizioni abbiano determinato il comportamento e poi il destino di questi ragazzi, ma di certo so che ora io ho davanti a me delle persone che si stanno dedicando allo studio con lo stato d’animo di chi vuole recuperare un’occasione che da giovani gli è mancata.
Gennaro, ad esempio, ha cominciato a studiare dalle elementari ed ha poi deciso di proseguire, nonostante le difficoltà nello leggere e nello scrivere. Ammiro molto la sua determinazione. Ha già preso la laurea triennale l’anno scorso con Francesco e sempre insieme ora continuano per un corso di laurea magistrale. Hanno fatto progressi straordinari…
Fabrizio De Andrè diceva: “c’è poca colpa nell’errore e poco merito nella virtù”. Il contesto sociale in cui sono cresciuti che influenza ha avuto sulla vita di queste persone?
Credo che ci sia del vero nell’affermazione di De Andrè. Il contesto sociale di provenienza (quartieri di Napoli e del casertano noti per la forte presenza della camorra) è di quelli che meglio si prestano a coltivare mentalità e comportamenti deviati. Credo anche che le circostanze che li hanno portati a delinquere, probabilmente, sono state molte di più.
Ma in ogni caso, rapportandomi con loro, mi è capitato di pensare che nessuno meriterebbe un’etichetta di qualunque tipo; c’è chi fa scelte giuste e chi fa scelte sbagliate…ma credo che i miei ragazzi meriterebbero di potersi scrollare l’orribile marchio di delinquenti che si portano dietro e le scelte coraggiose di oggi dovrebbero poter rientrare nei piatti della bilancia …
La cosa più bella e quella più brutta che ti ha dato quest’esperienza?
La considero tutta molto positiva, a partire dai rapporti umani fino alle soddisfazioni che si accumulano vedendo i progressi nello studio. L’apice della felicità l’ho provata riuscendo a portare Francesco e Gennaro a vivere alcune ore da persone libere, in giacca e cravatta, davanti alla commissione di laurea.
Quel giorno abbiamo dimostrato a noi stessi che tutto è possibile se si desidera fortemente. Di momenti difficili e brutti ce ne sono spesso, ma nessuno riesce ad offuscare la bellezza di quello che facciamo.
Prima di concludere, cara Adriana, mi racconti qualcosa su Rossano e sul tuo B&B?
Chi viene a Rossano la possibilità di riempirsi gli occhi di panorami mozzafiato, mare e monti non sono una combinazione da sottovalutare! Il B&B l’ho aperto per dimostrare che questo bell’appartamento ereditato da mamma ha delle potenzialità: ci tenevo a mantenerlo vivo. Mi piace avere occasione di incontrare tante persone, di chiacchierare con loro in terrazza, di vedere la casa che amo piena di vita e capace di suscitare piacere in chi ci passa.
Le mie considerazioni
La storia sul volontariato in carcere di Adriana e le sue considerazioni mi colpì molto, anche nei dettagli, cose che neanche sospettavo. Non sapevo, ad esempio, che ai detenuti non è permesso prendere il caffè in una tazzina, con un normalissimo cucchiaino. Glielo fanno bere in un bicchiere di plastica.
Così, quando li portò alla laurea, uno di loro, bevendo per la prima volta dopo più di vent’anni un vero caffè, si commosse.
Fa pensare, tutto questo. Certamente, queste persone hanno sbagliato. Ma sono le stesse di quando hanno commesso i crimini? È veramente necessario che debbano scontare una pena che dura tutta la vita?
E il viaggio prosegue
Lasciai il B&B bellavista pensieroso e mi diressi in spiaggia. Aspetta, ho due foto. La prima è della macchina del caffè (a proposito del discorso di prima…) che troverai se passerai da Adriana…
…non-ho-usato-Photoshop. Quelle sono le dimensioni reali della macchinetta. Pardon, della macchinona. E questa che vedi qua sotto, è la cristallina acqua dello Jonio, come mi apparse in quelle calde mattine di inizio settembre…
E prima di salutarti, voglio segnalarti una cosa da fare a Rossano, imperdibile per gli amanti della natura: una visita ai Giganti di Cozzo.
No, non si tratta di qualche popolazione tratta da I viaggi di Gulliver in versione calabrese, bensì di una distesa di alberi secolari veramente impressionante ed immersa in un bellissimo bosco.
Basta prendere la strada per la Sila, da Rossano vecchia e percorrere circa 15 km. La strada è sempre dritta e non ci si può sbagliare. Consigliatissima per i motociclisti. Curve assicurate!
Se vuoi passare da Adriana eccoti il link per prenotare al B&B Bellavista.
Gli alberi secolari li troverai nella gallery qui sotto. Tutti i link alle puntate precedenti subito sotto alle foto! Se questo post sul volontariato in carcere e le bellezze di Rossano ti è piaciuto, condividilo con i tuoi amici, grazie!
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Ammiro molto le persone che come Adriana danno un senso alla vita anche dopo il lavoro. Quella del volontariato è davvero una missione di largo respiro.
Per quanto riguarda la Calabria devo dire che la conosco e mi piace, c’ho passato due vacanze “selvagge” e bellissime, terra dura ma stupenda.