Dire che qualcosa “è difficile”, oltreché essere inutile per raggiungere i nostri obiettivi, finisce per essere controproducente e ci allontana da ciò che vogliamo.
Mi capita sempre più spesso di ascoltare persone che, di fronte ad un’idea nuova o ad un qualche obiettivo che si sono frefissati di raggiungere, affermano, con tono inesorabile, che vorrebbero raggiungere tale scopo ma che il suo raggiungimento sia “difficile“.
Accade, ad esempio, sul blog o sulla pagina facebook di spiragli di luce di vedere commenti tipo “mi piacerebbe fare meditazione, ma è difficile” oppure “la legge di risonanza è interessante, ma metterla in pratica è difficile” più tutte le varianti: “rimuovere i traumi del passato non è semplice”, “mi sto impegnando per vincere le mie paure, ma non è facile” e così via.
Queste affermazioni, oltre a essere del tutto inutili, sono anche dannose, ottengono come unico risultato di rendere ancora più difficile il raggiungimento del tuo obiettivo, qualunque esso sia.
Proviamo ad analizzare il perché.
Siamo creatori di realtà
La legge di attrazione ci mostra come, attraverso un lavoro conscio ed inconscio, modelliamo la realtà, creando gli eventi della nostra vita.
Le esperienze che vivi sono strettamente legate alle tue credenze, ai tuoi stati emotivi, agli aggregati psichici presenti nella tua interiorità. Il mondo si adatta alla tua vibrazione e, al variare di questa, lo vedi cambiare.
Ma se sei tu a creare la tua realtà…ti rendi conto delle implicazioni nel dire che una situazione sia “difficile”?
Se dici che qualcosa è difficile, lo diventa!
Prova a rifletterci. Se vivi con tristezza, alimenterai la tristezza, se vivi con gioia, alimenterai la gioia. Semplificando un po’, questo è il meccanismo.
Nei casi in cui questo principio sembra, apparentemente, non funzionare, è solo perché è anche l’inconscio a creare la realtà. La legge della risonanza (o di attrazione) funziona sempre…ci sono solo casi in cui funziona in un modo, diciamo…più…”sotterraneo”, meno evidente.
Allora, se il mondo, come uno specchio, mi restituisce l’immagine della mia psiche, dei miei sentimenti e dei desideri della mia anima…che cosa otterrò definendo qualcosa difficile?
Otterrò una difficoltà.
È una conseguenza diretta ed ovvia. Nel momento in cui definisci una situazione difficile, il tuo potere creatore la rende tale.
Ovviamente non è sempre vero il contrario; non basta affermare che qualcosa sia facile per risolvere immediatamente il problema o raggiungere l’obiettivo. Ma a parità di sforzi che dobbiamo fare nella situazione in esame, definirla difficile finirà immancabilmente col complicare le cose.
Siamo sicuri di sapere cosa significa “difficile”?
Qualche tempo fa ho provato a fare un piccolo esperimento sociale: ho chiesto ai miei contatti facebook di dirmi che cosa significa per loro che qualcosa sia difficile. Le risposte sono state a dir poco sorprendenti.
Già, perché ognuno dava una definizione diversa. C’è chi ha detto che è difficile ciò che porta sofferenza, chi diceva ciò che è ignoto, chi affermava che è qualcosa che non si riesce a fare (ok…ma perché non ci si riesce???) e, ancora, chi ha sostenuto che difficile è ciò che non rientra nel nostro cammino.
A quanto pare, ognuno ha la sua definizione della parola difficile.
Proviamo quindi a riassumere. Quando diciamo che qualcosa è difficile non risolviamo nulla; inoltre creiamo una difficoltà laddove magari non esiste ed, infine, usiamo un termine che molto probabilmente non sarà capito dal nostro interlocutore. Sei ancora sicuro che valga la pena dirlo?
Preso dall’ispirazione, ho dedicato anche un breve video a questo argomento.
Andiamo oltre e chiediamoci: quando nascono le difficoltà?
Provo ad andare dritto al punto: le difficoltà nascono nel passato.
Solo per fare un esempio: una gastrite si può manifestare oggi, ma è sicuramente frutto di una serie di piccole e ripetute infiammazioni che lo stomaco ha subito nel tempo.
Per quanto riguarda le difficoltà del futuro, esse sono spesso e (mal)volentieri proiezioni e paure di eventi che potrebbero accadere. Se un certo giorno temi di rimanere senza lavoro, stai immaginando che ciò accada. E il fatto che questa paura sia alimentata da motivazioni concrete non significa comunque che il fatto stia accadendo nel presente.
Anche se fosse arrivata una lettera di licenziamento, subito il giorno dopo potresti aver trovato un nuovo lavoro o vinto alla lotteria. La vita è colma di eventi inaspettati, di soluzioni che arrivano quando meno ce lo aspettiamo e quando siamo pronti a permettere che arrivino. Ne parlo nel e-book “Apro gli occhi e parto”. Se non l’hai ancora scaricato…arriva in fondo a l’articolo e ti spiegherò come fare!
Tutto nasce nel passato. Le difficoltà nascono nel passato. Le nostre idee, pure. Compresa la convinzione che qualcosa sia difficile.
“È difficile” va di moda!
Prova a far caso a quante volte questa frase viene pronunciata.
Quando si parla di sogni, obiettivi, problemi o magari di cambiamento o evoluzione, prima o poi ci sarà sempre qualcuno che, catapultando queste parole da qualche universo psichico del passato, affermerà che realizzare i propri sogni o risolvere alcuni problemi… è difficile!
Tali parole arrivano con una precisione ed una puntualità impressionante, e lo fanno perché la mente non accetta di perdere il suo potere, non vuole rinunciare ai suoi amatissimi limiti.
Il limite per la mente è confortante, proprio perché è conosciuto. Per questo si parla di zona di confort. Se affermo che si potrebbe vivere l’amore senza gelosia, ma che questo è difficile, troverò all’istante decine di persone che confermeranno questo limite, e per un secondo mi sentirò meglio, perché farò parte di quella moltitudine che vive all’interno delle difficoltà e trova consolatorio il fatto di non essere solo. Come si suol dire: mal comune mezzo gaudio.
Eh no, a noi non ci va più bene questo problema. Noi vogliamo essere responsabili di noi stessi, aspiriamo ad essere artefici della nostra vita,
Cosa posso fare allora?
Semplice: smetti di dire “è difficile”.
Se ti scappa…osservati nel momento in cui lo dici. Chiediti perché lo stai dicendo, quali elementi hai per poterlo affermare e, come ultima cosa, se ti sembra di riscontrare elementi oggettivi che la giustificano, chiediti se queste convinzioni non possono cambiare nel tempo.
Pensa a quando hai iniziato a leggere e a scrivere. All’inizio le parole apparivano quasi incomprensibili, le leggevi lentamente, una lettera alla volta.
Se non te lo ricordi più, osserva un bambino che sta imparando, vedrai che impiegherà anche diversi istanti per leggere una singola parola. Leggere una frase intera sarà uno sforzo enorme. Sicuramente gli sembrerà difficile. Solo un anno dopo però, leggere sarà diventato facile.
La stessa cosa vale per i problemi della vita. Sono difficili sono finché non impariamo come affrontarli.
Riassumendo
Non conosciamo il significato della parola difficile, sappiamo che è inutile dato che non risolve il problema e che è controproducente a causa della legge di attrazione. Infine, abbiamo visto che le difficoltà sono nate nel passato, così come l’idea stessa di difficoltà.
A noi interessa creare un nuovo me stesso e ci interessa crearlo qui ed ora. Si fa in tanti passi, è vero, ma ricordati intanto di quello di oggi: smetti di dire è difficile!
E se ti ritrovi ad averlo già detto…torna a leggere il paragrafo “cosa posso fare“
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Per scaricare l’e-book, in cui racconto tante piccole e grandi sincronicità, clicca su questo link: “Apro gli occhi e parto”
Arrivederci al prossimo spiraglio
Io non dico “è difficile”. Dico ” sto per affrontare una nuova esperienza e sono desiderosa di conoscerne le novità”. 🙂
A presto Elvio 🙂