Oggi ci tengo a dare una notizia veramente speciale, tra natale e capodanno di quest’anno si terrà un bellissimo evento di meditazione a Palermo e, per la prima volta, non si tratterà di un evento di una sola giornata bensì di 3 giorni di seminario residenziale.
Scrivo questo post per presentare ciò che faremo ma, affinché possa essere utile anche a chi mi legge da tutte le altre parti città, voglio raccontare qualcosa sulla meditazione e sul lavoro su noi stessi.
Cosa si intende per meditazione
La meditazione è, a mio avviso, una pratica semplicemente fantastica. Più che una singola pratica, si tratta di un insieme di pratiche che hanno a che fare con la nostra mente e, più in generale, con la conoscenza di noi stessi.
Meditare in modo formale significa sedersi o giacere per un tempo più o meno prolungato in una determinata posizione e portare l’attenzione su un determinato aspetto. Si inizia generalmente rilassando il corpo e diminuendo progressivamente le tensioni muscolari, molte persone infatti, spesso senza rendersene conto, tendono alcuni muscoli anche quando non è affatto necessario. Un primo beneficio della meditazione consiste proprio nel rilasciare queste tensioni in eccesso; quando il corpo si rilassa, anche il respiro si fa più tranquillo e sovente persino i battiti del cuore rallentano e si fanno più regolari.
Leggi anche: “Come meditare correttamente – 21 Consigli per imparare a meditare”
È per questo motivo che la meditazione può essere un ottimo alleato per contrastare l’ansia e la depressione.
Su cosa ci focalizziamo?
Questa è una domanda interessantissima. Sento spesso dire che la meditazione si fa per “smettere di pensare”, per “annullare i pensieri” et similia. Può darsi, ma secondo me, è una descrizione in parte inesatta. La meditazione è molto più di questo. A breve ci focalizzeremo su questo punto, vediamo intanto di rispondere alla domanda.
Secondo la leggenda Siddharta Gautama, il Buddha, insegnò oltre duecentomila tipi differenti di meditazione. Molte fra queste non erano meditazioni statiche…a quel tempo infatti molti suoi discepoli erano contadini che non potevano passare ore e ore seduti nella posizione del fiore del loto. Buddha gli insegnava dunque esercizi pratici che potevano svolgere anche durante la loro giornata.
Tra questi ci sono meditazioni che coinvolgono la vista: guardare ed osservare in modo particolarmente presente, oppure il suono. Quella sul suono (dato che faccio il musicista) trovo che sia una meditazione interessantissima. Ha anche una variante decisamente utile: se una persona ci da fastidio, questa peculiare meditazione focalizza la nostra attenzione sul suono emesso da questa persona, ovvero tutto il focus è sulla tipologia di suono (note alte, note gravi, voce “piena”, voce “rauca, ecc.) e non più sul significato.
Ho utilizzato questa tecnica quando mi trovavo a discutere o provare fastidio ad ascoltare certi discorsi e posso assicurarvi che il suo impatto sulla nostra coscienza è impressionante.
Altre meditazioni possono coinvolgere il tatto, l’olfatto, il gusto (ad esempio l’esercizio di presenza mentre mangiamo che descrivo in questo post: 5 esercizi per la mente e per il cuore). Altre coinvolgono particolari aspetti emotivi, si può meditare su uno stato quale la compassione, il perdono, la gioia, ecc.
Altre ancora possono apparire piuttosto bizzarre, un’altra meditazione di derivazione orientale consiste nel mettersi nei panni degli altri: in pratica, se una persona ci sta antipatica, ci visualizziamo letteralmente di vivere la vita al suo posto; ammettiamo che sia il mio capoufficio l’oggetto della meditazione…ecco, mi immagino di essere io al suo posto, di vivere la giornata al posto suo. Facendola, a volte, ci si può rendere conto che essere “capi” e dover star dietro agli errori di tanti dipendenti, e magari anche alle loro richieste e lamentele (esplicite o inespresse) non è sempre semplice.
Per tornare al punto iniziale, il fatto di smettere di pensare, a mio avviso rappresenta quindi la conseguenza di una buona attività meditativa e non lo scopo. Troppe persone rimangono frustrate dal fatto che “non riescono a non pensare”…senza comprendere che più alla mente gli dici di non farlo…più lo farà! Lasciamo invece fluire, impariamo, come diceva il maestro Krishnamurti ad osservare i pensieri senza giudicarli, senza condannarli. Magari, arriverà un momento in cui svaniranno.
Non esiste un cammino che conduce alla felicità, la felicità è il cammino (Buddha) Share on X
Meditando ho incontrato il mio migliore amico
Questa frase bellissima è del lama tibetano Younguei Mingyur Rinpoché. Ho provato questa stessa sensazione il primo anno che ho passato in Colombia nelle lunghe e bellissime ore passate a meditare. Ma, in pratica, cosa significa?
Meditare significa mettere ordine nei nostri pensieri e nelle nostre emozioni. Quella che prima era una massa caotica di pensieri spesso disturbanti e totalmente indisciplinati, diventa più ordinata ed armonica. Il fatto di vedere la nostra mente cambiare così tanto, ci porta a mettere mano alla famosa domanda “chi sono”? per giungere, spesso e volentieri alla conclusione che quel me stesso che pensava in modo così confusionario, non ero io.
Il nuovo me stesso che emerge da una buona pratica meditativa è una persona totalmente differente, più radiosa, equilibrata, solare. Quando mi siedo a meditare – dice appunto il monaco tibetano Younguei Mingyur, è come se mi incontrassi col mio migliore amico. Il migliore amico che incontriamo, ovviamente, siamo sempre noi, è il nuovo me stesso.
Se tutto questo ti sta piacendo, quella del 27-28-29 dicembre, è una meravigliosa occasione per praticare la meditazione a Palermo…non lasciartela scappare!
Creiamo la nostra realtà e siamo co-creatori della nostra vita
Siamo i creatori della nostra realtà. Questo è il punto fondamentale che, a più riprese, verrà trattato durante i tre giorni del workshop. Anche se ne abbiamo sentito parlare, troppo spesso cediamo il potere all’esterno, ad esempio criticando la realtà che ci circonda o gli altri, o magari lamentandoci di ciò che ci accade.
Ma come possiamo criticare, giudicare o lamentarci degli altri, quando essi stessi sono creati dalla nostra coscienza?
Questo non è un concetto astratto, bensì un nuovo paradigma che porteremo attivamente nella nostra vita. Se vuoi approfondire questo punto, ti suggerisco di partire da questo post: Che tu creda di farcela o meno avrai comunque ragione.
Giochi di gruppo e camminate
Il gioco sarà un elemento fondamentale. Non c’è evoluzione spirituale, a mio parere, che possa prescindere dalla gioia.
Non solo, quindi, meditazione a Palermo…come suggerivo all’inizio, ma anche giochi, tecniche ed esercizi evolutivi.
Attraverso i giochi di gruppo e lo stare insieme guizzeremo gioiosamente attraverso la fiducia, il divertimento, la risata, il dialogo, l’aprirci agli altri e a noi stessi. Una serie di esercizi di ispirazione teatrale li eseguiremo bendati.
Dato che ci troviamo in posti meravigliosi, non mancherà la camminata meditativa o meditazione in camminata, escursioni che faremo nei dintorni di Casa Athanor per respirare a pieni polmoni e portando una particolare presenza in ciò che faremo, a partire dall’osservare ciò che ci circonda fino ai nostri stessi passi.
La presenza
Che cosa significa essere presenti? Per comprendere questo principio si può partire dal suo opposto, ovvero, dal fatto che spesso viviamo la vita in modo assente, distratto. Esempio pratico: la mattina, magari trafelati, ci infiliamo i vestiti in tutta fretta e ci dirigiamo al lavoro pensando ai “cavoli nostri”; il tragitto lo conosciamo a memoria e una vera e propria marea di pensieri attraversa la nostra mente. Che cosa sia accaduto realmente durante il tragitto, quali persone abbiamo avuto intorno, quali strade abbiamo percorso…tutto questo rimane sepolto sotto alcuni strati di distrazione.
Tornare presenti significa in primis prendere coscienza del nostro stato di distrazione abituale e poi iniziare a vivere in modo vigile mettendo l’attenzione su ciò che facciamo. Quando iniziamo a vedere le cose da questa prospettiva i “momenti morti” letteralmente…svaniscono: anche mezz’ora di trafitto in autobus può diventare una meravigliosa opportunità per meditare sulla presenza.
Ti suggerisco anche due risorse sulla presenza, la prima è uno spiraglio dal titolo: Come funzionano i nostri pensieri.
La seconda è un post che riguarda un importante esercizio, il Ricordo di sé stessi.
Il cerchio sciamanico
Ogni attività sarà seguita dal circulo de palabras (letteralmente “il cerchio delle parole”) o cerchio sciamanico. È una modalità molto bella e potente di condividere la parola in modo cosciente.
Durante il cerchio si lascia che l’energia guidi le parole e si attende il proprio turno per parlare, tutto così fluisce in modo naturale e le informazioni che arrivano al gruppo, tranne tutte le persone che lo formano, sono esattamente quelle perfette che ci devono arrivare.
Il momento della condivisione può essere importante non solo per porre domande o chiarire aspetti non chiari, ma anche per rendere cosciente e manifesto a tutti ciò che via via si lavora. È come vedere il seme della consapevolezza che abbiamo seminato che inizia a germogliare, anziché lasciarlo chiuso in una stanza buia. Chi non si sente di condividere, può semplicemente cedere il turno dicendo “passo”.
Perché tre giorni
Tre giorni, nello stesso meraviglioso luogo, insieme, uniti da uno scopo comune: evolvere verso un rapporto più armonico con noi stessi.
Si condivide l’intera giornata, ci si sveglia in un contesto diverso dal solito, preparato apposta per accogliere il desiderio evolutivo di ognuno: tutto questo ci permette di disconnetterci dal me stesso che già conosciamo, con tutti i suoi attaccamenti e dalla zona di confort che gli è congeniale.
Stando insieme, staccati da tutto e da tutti (non useremo i cellulari durante tutto l’arco della giornata) avremo modo anche di disconnetterci da tutte quelle abitudini, che costituiscono i “vecchi noi stessi”, sarà una strada per creare qualcosa di nuovo!
Meditazione a Palermo: un’occasione speciale per crescere insieme!
Aggiornamento 2018: questo evento è ormai passato ma se vuoi praticare meditazione a Palermo io sono ancora qui…pertanto…non esitare a contattarmi perché si sta proseguendo sia con incontri di gruppo che con consulti individuali.
Puoi usare il modulo che trovi nella sezione Contattami.
Come sempre grazie per essere stato qui, se lo spiraglio ti è piaciuto, condividilo!
Arrivederci al prossimo spiraglio.
Buon seminario Elvio, in una città tanto abbandonata quanto stupenda.
Grazie Fulvia, sarà un’occasione speciale…fervono i preparativi!!!