Ogni cosa ha il suo nome.
Ci sono diversi nomi che indicano la stessa cosa: casa, dimora, abitazione… e quando non si vuole pronunciare un nome, cosa si fa?
Si fanno giri e giri di parole.
Quanti modi di dire conosci per sostituire la parola mestruazione?
Li stai già elencando mentalmente, ottimo.
Ammettiamolo. Questa parola è un tabù! E lo è prima di tutto per le donne.
Quante reazioni ti ha scatenato leggere la parola mestruazione? Prendine atto se vuoi. Osserva.
Tempo fa ho preso una decisione.
Una piccola svolta che avrebbe segnato l’inizio di un percorso introspettivo alla scoperta della mia natura di donna ciclica. Ho scelto di smettere di riferirmi alle mie mestruazioni con frasi consuete e comunemente accettate. Non ho più detto: “Mi sono tornate” o “Ho le mie cose”. No, ho deciso di affermare a gran voce: “Ho le mestruazioni”.
Mi ero accorta che c’era questo tabù. Intorno a me non se ne parlava mai e se lo si faceva era solo per denigrare quello che è naturale. Sanguinare una volta al mese.
Le donne ripudiavano completamente (come io del resto) le mestruazioni e ho sempre percepito come gli uomini si riferissero a quella settimana del mese con parole di scherno.
Ho sempre maledetto la mia natura di donna, ne ho sempre sofferto. Le credenze popolari con cui ero cresciuta mi erano entrate dentro: credevo davvero di essere maledetta in qualche modo. Mi sentivo inferiore, sporca, indegna. Avevo accettato tutto e mi ero abituata a conviverci.
Dopo un anno passato senza il consueto appuntamento mensile con gli assorbenti a causa della gravidanza e dell’allattamento, sentivo l’ombra del sangue che stava per tornare. Un’angoscia tremenda. Non volevo più vivere così, volevo essere in pace con me stessa in tutto e per tutto. Allora ho finalmente cominciato a farmi delle domande:
“e se non fosse come mi hanno sempre detto? E se ci fosse dell’altro? Se sono fatta così che problema c’è?”
Ecco, iniziavo a ragionare con la mia testa, iniziavo a mettere tutto in discussione. Era solo l’inizio.
Era doloroso prendere consapevolezza dei sentimenti e delle emozioni che avevo nascosto così bene su di me. Dovevo riportare a galla tutto. Volevo essere libera dai condizionamenti e dalla credenze che avevo assorbito come una spugna fa con l’acqua. Volevo solo amarmi di più.
Quello che era emerso per prima era la totale repulsione e avversione verso la parola “mestruazioni”. Quante emozioni mi scatenava e tutte insieme! Non riuscivo quasi a pronunciarla e se lo facevo mi usciva solo un filo di voce tremante.
In continuazione mi domandavo il perché di quelle assurde reazioni.
“Perché tanto scandalo per una parola? Non ci scandalizziamo per il nome di un fiore o di un albero. Non faccio parte della stessa natura che ha creato il fiore e che ha creato l’albero?”.
Poi ho capito.
Non si pronuncia un nome, lo si deride, lo si scredita, lo si diffama per togliergli Potere. Il Potere è nella parola. Se un nome diventa tabù, non viene pronunciato, è come se non esistesse. Non c’è. Nessuno ne parla. Non è vero. Non esiste. Zitti. Tutti zitti. Shhh.
Trasformare in tabù, la parola “mestruazioni” significa rendere la donna stessa un tabù.
“Ma io esisto! Io sanguino! Nessuno lo può negare! Non sono uno scherzo della natura, non sono una vergogna, non sono sporca, non sono indegna! Sanguino solamente! La natura mi ha voluto così! E’ difficile da capire?!”.
Un grido sordo verso ignoti colpevoli. Ma ero io la mia stessa carnefice.
Per quante volte ho maledetto il mio ventre? Per quante volte ho desiderato nascere uomo? Cosa avevo fatto? Piangevo e piangevo e piangevo. Ero pronta a perdonarmi e accettarmi semplicemente per quello che sono: una donna ciclica.
E nell’accettare la mia femminilità, ho accettato la parola “mestruazioni”, e nell’accettare la parola ho affermato e sottolineato prima con sfida e provocazione la mia esistenza, poi con dolcezza e pacatezza.
Tu esisti.
Esisti e la natura ti ha voluto donna.
Tu esisti.
Tu esisti e la natura ti ha fatta ciclica.
Tu esisti.
Esisti e la natura ti ha donato il sangue mestruale. Tu esisti.
Non ha senso vergognarsi, ripudiarsi, odiarsi, maledirsi e punirsi per quello che sei. Non puoi cambiare. Non lottare contro te stessa. E’ una guerra inutile e l’hai persa in partenza. Sei così. Sanguini ogni mese come me. Come tua madre e come tua nonna prima di te.
Accettati. Inizia a conoscerti un po’ di più. Accetta i tuoi dolori, i tuoi crampi, i tuoi mal di testa, i tuoi mal di schiena, il tuo umore irascibile, il tuo umore variabile, la tua fragilità, le tue lacrime. Accetta tutto. E vedrai, si aprirà un mondo tutto nuovo da esplorare.
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Merj
Il sangue è vita! La paura nei confronti della donna nasce proprio da quel rosso-vita. È il nostro potere che è stato combattuto per secoli: poter far nascere una vita! Noi procreiamo pensieri, idee, valori insieme alla carne. Siamo sostanza che si offre allo spirito divino, affinché possa soffiarci l’alito di VITA.
Grazie e buona vita a tutti
Luana
E’ proprio cosi’. Grazie!
Un canto di libertà alla femminilità come radice dell’essere.
Grazie mille <3 !