Come ritrovare se stessi? Nella notte della ricerca della nostra vera essenza, esiste un faro che ci possa guidare?
Per prima cosa voglio dirti che questo spiraglio sul ritrovare se stessi mi emoziona, perché tocca un argomento per me molto importante: il cercarsi, il desiderio di trovarsi, di riconoscerci per ciò che siamo, al di là delle maschere che spesso e volentieri indossiamo. Quelle che la società ci ha piazzato dritte dritte sulla faccia e quelle che ci siamo messi da soli.
Ritrovare se stessi è qualcosa di meraviglioso. E possibile. Personalmente, non posso dire di essermi trovato al 100%, ma sono contento perché mi sono avvicinato a me, alla mia essenza più vera. La strada da percorrere è tanta, ma la buona notizia è che questa strada non è più in salita; a volte può essere divertente, altre più faticosa, ma non importa.
Ciò che importa è che, mentre prima la percorrevo con sforzo e sofferenza, opponendo tantissima resistenza, adesso la percorro con gioia, seguendo il flusso delle cose.
Dedico allora questo post a te e a me, a noi che siamo alla ricerca, per testimoniare che ritrovare se stessi è possibile.
Come tutto ebbe inizio
Su Spiragli di Luce ho raccontato a più riprese la mia storia. Oggi provo ad aggiungere qualcosa di nuovo.
Se è la prima volta che ti trovi qui, riassumo in poche parole chi sono (e cosa faccio): un “ex-ingegnere” che ha deciso di seguire le proprie passioni: scrivere, viaggiare, suonare e lavorare per la crescita interiore mia e degli altri.
Passo indietro.
Da piccolo suonavo e sognavo di fare il musicista. Avevo anche dei gruppi, scrivevo canzoni, in quarta superiore diedi l’esame di quinto anno di violoncello e, insomma, volevo vivere di musica.
Poi mi sono arreso.
Mi dicevano che “con la musica non ci si mangia” e io ci credetti. Le superiori erano finite. Non sapevo cosa fare. Mi iscrissi ad ingegneria. Riuscii a laurearmi, trovai lavoro quasi subito ed andai ad abitare a Modena.
I primi sintomi del malessere
Più andavo avanti col lavoro, più sentivo che non faceva per me: una certa mattina presi il treno… era scoppiata la guerra in Iraq e gli studenti avevano occupato i binari della stazione di Bologna. Stavo andando ad Imola ed uno dei colleghi, vedendo i treni in ritardo a causa della protesta, disse: “è colpa dei no-global di merda”.
Ricordo ancora quelle parole come una coltellata.
Ma come “no-global di merda”? Erano ragazzi che a mio avviso stavano protestando giustamente, a difesa della pace, di un principio sancito nella nostra costituzione. E, se anche uno non fosse stato d’accordo, perché disprezzarli? Per mezz’ora di ritardo nel treno? Cosa ci dovevamo mai fare con quella mezz’ora??
Cosa accadde poi?
Questo passaggio lo racconto nel e-book “Apro gli occhi e parto”, qui farò solo un breve riassunto. Se lo vuoi leggere per intero lo puoi scaricare gratuitamente. Come? ecco il link per scaricarlo!.
Il riassunto è presto detto: accadde che morí Vittorio Gassman.
Che c’entra?
Eh, c’entra. La RAI dedicò al grande attore uno speciale. Mentre me lo vedevo, ascoltai una frase che mi colpì dritto al cuore:
Bisognerebbe vivere due volte: la prima è una prova, fai gli errori e impari. Nella seconda, vivi per davvero. (V.Gassman) Share on X
Eh si, in quel momento mi resi conto che non potevo continuare così.
Non avevo due vite a disposizione, se volevo fare il musicista quello era il momento! E quindi presi la decisione. Lasciai il mio lavoro e mi lanciai nel mondo della musica.
La missione sulla terra
Ognuno di noi ha una missione precisa nella vita.
La tristezza, l’insoddisfazione e la frustrazione che sentiamo, derivano dall’essere scollegati da questa missione. Ritrovare se stessi non è un vezzo, né un argomento filosofico o per pochi eletti: è la missione di ognuno di noi.
A volte è difficile ricercare le cause del nostro malessere. Nel caso mio: volevo dedicarmi alla musica, eppure una serie di credenze limitanti avevano fatto sì che io prendessi un’altra strada. Facevo attrito nel camminare. Un po’ come un esploratore che indossa pesanti scarponi di piombo in un sentiero fangoso, quando magari a due passi si trova quello battuto, in cui potrà camminare a piedi nudi.
Bene, quello che accade a noi, è la stessa cosa.
Come facevo ad essere felice da ingegnere, rinunciando a viaggiare, a suonare, alla mia parte artistica e creativa? Molto semplice: non avrei potuto.
Ognuno di noi ha un cammino, una vera e propria missione. Quando entriamo in sintonia con essa, quando iniziamo ad infilare i piedi nelle calzature giuste, nessuna ostacolo ci spaventerà. Nei momenti di difficoltà, l’Universo verrà in nostro soccorso.
Il sud America, le culture ancestrali, lo sciamanesimo
Partii per la Colombia a giugno del 2013 e vi rimasi un anno. Successe qualcosa di molto particolare, di straordinario.
Scegliere la musica era stato un grande passo verso la mia auto-realizzazione, ma mancava ancora qualcosa.
Questo qualcosa è arrivato in quei lunghi, meravigliosi mesi che passai in quelle terre lontane. Cercavo di fare pace con me stesso, quel “me” con cui per tanti anni ero stato in guerra. Provavo a mettere in pratica tutto ciò che sapevo riguardo la legge di risonanza.
Ottenni tanto in termini di realizzazione dei miei desideri, ma sentivo che c’era di più.
Di più di trovare i concerti, di riuscire a viaggiare facendo il volontario, di mantenermi e vivere dall’altra parte del mondo…ed era, appunto, trovare me stesso, lasciarmi finalmente in pace, permettermi di amare, di essere, di essere amato, di vedere la vita in tutta la sua pienezza. Permettere. Lasciar fluire
Come ritrovare se stessi?
So che te lo sarai chiesto. “Bisogna andare in Colombia? O in India?”
No, non necessariamente. Troviamo noi stessi quando ci liberiamo dalle sovrastrutture che ci imprigionano. Alcune domande che possono risultarci utili sono:
Quali parametri ho utilizzato per scegliere il lavoro che faccio?
Quali, invece, per scegliere il mio percorso di studi?
Se decidessi di rivoluzionare la mia vita, cosa penserebbero di me gli altri? Mi fa paura tale giudizio?
Sto col mio compagno/compagna perché lo amo per davvero, o forse con lui mi trovo in una comoda zona di confort?
Ci sono situazioni che mantengo in piedi solo perché non vedo alternative?
Cosa so della felicità? Cosa conosco di essa?
Credo che una delle domande di cui sopra siano stupide o inutili?
E si potrebbe continuare a lungo. Per fortuna non esiste una ricetta per ritrovare se stessi. Si, hai letto bene, non mi sono sbagliato a scrivere. Per fortuna.
Ammettiamo infatti che io potessi comprare il segreto per conoscere la mia missione in un fantomatico negozio. Mi troverei veramente? Ovviamente no. Solo guardando dentro di me posso riuscire ad incontrarmi.
Se indago al mio interno, seguo una pista, approfondisco, prima o poi il cammino di ricerca mi condurrà da qualche parte. Condurrà a me.
Non a quello che la società vuole da me, né alle idee precostituite che ho di me e neppure al me stesso che devo essere per far si che gli altri mi accettino. Un vero cammino di ricerca, conduce al vero me stesso.
Come fare?
A fine post metterò alcuni link che possono aiutare. Si procede per gradi. Le domande del paragrafo precedente aiutano, danno una pista.
Ci aiuta percepire il fluire della vita, seguire il flusso e non giudicare le cose che accadono. Se le cose vanno così significa che c’è una ragione (primo approfondimento? Eccolo: nulla accade per caso). Ci aiuta smettere di giudicare e coltivare l’amore per noi stessi e per gli altri.
Studiare il principio alchemico secondo cui l’esterno è interno (altro approfondimento? Che tu creda di farcela o meno, avrai comunque ragione).
E poi si può leggere. Abbiamo la fortuna di vivere in un’epoca in cui libri evolutivi si trovano dappertutto. Qui sul blog troverai una sezione chiamata Libri spirituali dove ne recensisco alcuni.
Infine, ricorda che un singolo post non è sufficiente a ritrovare se stessi, ma se ti trovi qui è per una ragione: significa che hai intenzione di trovarti. Aggiungo che “chi ben comincia è a metà dell’opera“, che “chi cerca trova” ed, infine, che “il passo più difficile di un lungo viaggio, è aprire la porta di casa“.
Se hai letto questo articolo, hai già aperto la porta e sei pronto a viaggiare. Grazie.
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link per approfondire:
Come ci si orienta tra tutti i percorsi che esistono? Come scegliere un percorso spirituale
Se l’alchimia ci insegna che l’esterno è interno ne consegue che è preferibile guardare dentro di noi piuttosto che giudicare gli altri: Il non giudizio
Ultimo, ma non per importanza, uno spiraglio che ci parla di Come cambiare lavoro.
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