Noi esseri umani, siamo proprio strane creature… nel momento in cui scopriamo di poter cambiare la nostra vita, invece di agire per farlo, ci sentiamo in colpa per non averlo fatto prima. Ma è possibile non cadere in questa trappola?
Eccoci qua, nuovamente, nuovo a parlare di legge di attrazione o legge di risonanza.
Immagino che tu sappia già di cosa si tratta, ma se così non fosse, provo a fare un veloce riassunto.
In cosa consiste la legge di attrazione
Secondo la legge dell’attrazione, ciò che accade nella nostra vita è attirato, consciamente o inconsciamente, da noi stessi.
L’insieme delle esperienze e dei vissuti, creano una serie di schemi mentali, emozionali e comportamentali che “attraggono” alcuni eventi e persone, piuttosto che altri.
Il termine risonanza si riferisce al fatto che un essere umano, al pari di uno strumento musicale, possieda una propria frequenza, in grado di vibrare con alcuni eventi e di respingerne altri.
Leggi anche: “Legge di Risonanza o di Attrazione: Come funziona?”
Proverbi quali “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei” oppure “aiutati che Dio t’aiuta” ma anche “Se vuoi che la vita ti sorrida, sorridi alla vita” sono, in un certo senso “ispirati” a questo principio.
Come abbiamo visto nell’incipit di questo Spiraglio, però, più spesso di quanto non si creda, non appena si “scopre” l’esistenza della legge di risonanza, il senso di colpa non tarda ad arrivare.
Il senso di colpa in agguato
La legge dell’attrazione è sicuramente interessante, ma nella società contemporanea (e, in particolare in quella italiana), finisce per scontrarsi con un temibile avversario, che è, appunto, il senso di colpa.
Avendo viaggiato un po’, posso dirvi che noi italiani non siamo certo gli unici a provare questo sentimento però, in un’ipotetica classifica mondiale dei paesi “colpiti” da senso di colpa… sono sicuro che occuperemo una sicura posizione di rilievo.
Gli individui che non hanno mai familiarizzato con idee spirituali, quando sentono parlare di legge di attrazione, solitamente, la rifiutano. Ciò è dovuto, in gran parte, al tipo di cultura materialista in cui siamo immersi.
Arriva un momento, per alcuni, in cui la vita mette di fronte a determinati eventi che fanno sorgere dei dubbi.
E se la realtà non fosse proprio come ci è stato raccontato?
Questa è una delle tante domande possibili. Il dubbio si insinua nel sistema di credenze e, piano piano, si prende in considerazione la possibilità che ci sia del vero. Ed è proprio a quel punto che, solitamente, arrivano i primi riscontri.
Quindi, tutto bene? Iniziamo a comprendere di essere padroni del nostro destino?
Niente affatto, perché il più delle volte interviene, appunto, il famigerato senso di colpa. Si inizia, cioè, a pensare: se sono io a “creare” tutto, allora ciò che mi è accaduto è COLPA mia!
È l’inconscio che crea
Il primo punto, da conoscere e su cui riflettere, è che la realtà è “creata” con l’intero nostro essere: dall’insieme delle nostre parti consce, ma anche da quelle inconsce.
Le famiglie che inculcano il senso del pudore, finiscono per formare individui particolarmente moralisti e pieni di giudizi sul sesso. Ma non si tratta di una “colpa”, semplicemente di una naturale conseguenza dell’educazione che è stata impartita.
L’aggregato psico-emotivo che ne risulterà, attirerà, attraverso scelte successive, una serie di persone e situazioni sessuali conformi con esso.
In parole povere, si attireranno o persone ugualmente represse sessualmente, oppure individui estremamente libertini, e in questo secondo caso l’attrazione svolge una funzione “compensativa” di una dinamica interiore o, per i più fortunati, può fungere come uno “schiaffo” per risvegliarsi dal torpore della meccanicità.
Ma, dato che tutto avviene in modo per lo più incosciente, come ci si può “colpevoli”?
Nel bellissimo libro “Il potere di adesso”, Echart Tolle sostiene esplicitamente che, nonostante nel mondo “new age” si dica spesso che si è responsabili di ciò che si crea, è difficile ritenere responsabile chi vive nell’incoscienza.
Ti porto un esempio personale.
Sono stato un adolescente debole e insicuro, temevo le derisioni degli altri e mi sentivo, spesso, “l’ultima ruota del carro”.
Una tale percezione di me, faceva si che, in compagnia, tendessi a starmene in disparte. Ma questo mio atteggiamento faceva sì che effettivamente io venissi poi “messo da parte”, ovvero, per risonanza mi ritrovavo a vivere proprio le situazioni che, in fondo, temevo più di ogni altra.
Ero io, ovviamente, a “creare” questa situazioni, ma come avrei potuto sentirmi colpevole di ciò, dato che tutto avveniva senza che me ne rendessi conto?
Non appena guadagnai maggiore fiducia in me stesso, le discriminazioni finirono come per magia. E, una volta preso ulteriore coraggio, ho iniziato ad essere stimato e benvoluto. La risonanza funziona. Sempre.
Rendi cosciente l'inconscio, altrimenti l'inconscio dirigerà la tua vita (C.G. Jung) Share on X
Il magico passaggio da colpa a responsabilità
Per chi ha un basso livello di consapevolezza, la differenza tra questi due termini è difficile da percepire. Eppure c’è, ed è enorme.
La parola “colpevole”, se ci pensi è a senso unico (sono colpevole di qualcosa di negativo che ho fatto), mentre “responsabile” ha invece una doppia valenza.
Lo si può essere tanto di un fallimento, come di un enorme successo, tanto di un gesto di codardia quanto di uno di generosità.
Usiamo quindi responsabile. Significa che iniziamo ad avere la coscienza che, nel bene e nel male, abbiamo la capacità di creare il nostro futuro.
In conclusione, vedremo che cosa possiamo fare per liberarci del senso di colpa.
Il senso di colpa è utile?
Pongo sul serio questa domanda. Alcune persone sono così attaccati ai propri sensi di colpa da considerarli tremendamente importanti. E più qualcosa è importante, più è difficile lasciarlo andare.
Chi, all’interno di una o più relazioni, è stato tradito, finisce per costruire un’identità basata proprio su tali tradimenti. Al costume della vittima, una volta indossato, non è facile rinunciare.
Prendere coscienza del concetto di responsabilità, significa avere l’opportunità di liberarsi di tali panni ma, per farlo, appunto, bisogna non cadere nella trappola del senso di colpa.
La domanda, in sintesi, potrebbe essere: preferisci sentirti in colpa o smettere di farti tradire?
Vale lo stesso principio per chi vive difficoltà nel mondo del lavoro. Si passa da una concezione che imputa tali difficoltà unicamente ad eventi esteriori sfavorevoli ad una in cui ci si assume la responsabilità di aver contribuito a creare tale situazione.
E a quel punto la domanda è: vuoi sentirti in colpa o vuoi trovare un lavoro che ti faccia sentire pienamente realizzato?
Si tratta, in definitiva, di scegliere.
Quando, nella tua mente è nel tuo cuore, per la prima volta, è balenata l’idea che sei responsabile (non colpevole) della tua vita, allora, usala a tuo favore!
Rimpianti, rimorsi e pianti sul latte (magari, di soia) versato, finiranno solo per farti sprecare ulteriori energie. Concentrati piuttosto su ciò che vuoi.
Il te stesso che ha sofferto…è pronto per uscire di scena. Permetti al nuovo te di entrare sul palcoscenico della vita, e interpretare un ruolo completamente diverso!
E, con questo, per oggi, è tutto.
Io ti ringrazio e ti do appuntamento, come di consueto, al prossimo Spiraglio.
Elvio
Approfondimenti:
Come funziona la legge della risonanza
La legge dell’attrazione (video)
La legge di Attrazione non funziona? Attiri ciò che sei, non ciò che vuoi
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