Eccoci arrivati alla seconda puntata di questo piccolo racconto/proposta sul nostro paese. Se vuoi leggere la prima parte la trovi qui: Perché tornare ad amare l’Italia
Idee generali per il cambiamento. Sei pronto?
Il primo passo è liberarci dall’allucinazione collettiva, orchestrata da mass media e politici che vuole che il paese sia in una situazione di emergenza e disastro.
Senza negare i problemi reali e le responsabilità della classe politica, pensiamo invece a cosa possiamo fare noi, ovvero, assumiamoci quella magica parola che è responsabilità: assumersi la responsabilità invece di scaricarla all’esterno significa scoprire di essere padroni del cambiamento. Se lo vogliamo, cambiare è possibile!
Il secondo passo è iniziare a vedere che nello stivale c’è molto di bello, che normalmente non vediamo, semplicemente perché non abbiamo l’abitudine a focalizzare la nostra attenzione su quegli aspetti.
Smettiamo di pensare che il problema sia solo quello di avere più soldi in busta paga, iniziamo invece a riflettere su tutto il sistema di produzione e consumo, mettiamo in discussione i nostri acquisti e i canali attraverso cui li facciamo. Smettiamo di credere pure che il problema sia aumentare il PIL, concentriamoci piuttosto sulla qualità della vita cercando di migliorarla prima in noi stessi, poi in famiglia ed infine nel quartiere in cui viviamo. Un insieme di piccoli cambiamenti produce un GRANDE CAMBIAMENTO.
Prima di proseguire voglio condividere con te il video di Italia che cambia, credo sia estremamente interessante e possa essere di ispirazione per molti:
Idee pratiche per il cambiamento. Ancora più pronto??
Le idee di cui ti parlerò adesso arrivano dalla ricerca di un modello di vita più sostenibile, dal rispetto per l’ambiente e l’ecologia e dalla permacultura. Questo termine significa letteralmente “cultura permanente” e se ne vuoi sapere di più ti consiglio di leggere due post che ho scritto a riguardo: qui trovi il primo e qui il secondo.
La prima idea è l’autoproduzione.
Ci sono cose che possono essere prodotte in casa, ad esempio cibo e saponi. Auto-produrre significa avere meno dipendenza dal denaro, dal lavoro, più auto-sufficienza, più soddisfazione, meno paura, più creatività.
Quante famiglie hanno un campo abbandonato da qualche parte, in cui si potrebbe fare un orto o un frutteto?
Iniziamo a recuperali e rendere produttive queste terre! Non ce l’abbiamo? Magari abbiamo allora un giardino in cui sono piantate bellissime piante ornamentali.
E se a fianco a queste mettessimo piante che possono produrre cibo? E se non c’è neppure il giardino tutti abbiamo almeno un balcone. E se pensate che un balcone non produce cibo a sufficienza…vi lascio la foto del mio orto sul balcone in quel di Bologna:
E se proprio non ci fosse neppure il balcone esistono gli orti urbani, spesso messi a disposizione gratuitamente dai comuni. Qualora il tuo comune non si fosse mosso in tal senso, potresti essere tu ad andare a chiedergli di metterne a disposizione uno.
Crearsi un orto o un frutteto significa innanzitutto ridurre le spese annuali dedicate al cibo, ma anche mangiare in modo più salutare e ridurre la dipendenza delle città dalla campagna.
La campagna è, infatti, sfruttata, distrutta e contaminata dall’agricoltura industriale intensiva, una maggiore auto-produazione significherebbe automaticamente migliorarne la vita.
È inoltre importante che, prima possibile, le città raggiungano un certo grado di autonomia alimentare. Attualmente, infatti, qualsiasi metropoli del mondo (salvo poche eccezioni come L’Avana, Cuba) non è auto-sufficente a livello alimentare. Ciò significa che una qualsiasi crisi, calamità naturale o evento socio-politico (una guerra o anche un semplice sciopero) metterebbero in ginocchio milioni di persone. Ri-progettare gli spazi verdi, pubblici e privati, permetterebbe una maggiore autonomia quando le cose vanno bene ed eviterebbe rischi in caso di eventi calamitosi.
Anche auto-produrre i saponi è facile, divertente ed economico e comporta un consistente risparmio; e producendoli in eccesso si possono vendere o scambiare! Ecco una foto del laboratorio auto-produzione saponi che frequentai in Colombia…
…ed ecco la mia prima saponetta fatta a mano. Per essere la prima volta, aveva un ottimo profumo…
Ma sento già la vocina di qualcuno che mi dice che non ha tempo per tutto questo. E invece il tempo c’è eccome.
Infatti, perché c’è il tempo per chiudersi in macchina ed intasare lo svincolo dell’autostrada di Arese per visitare l’ultimo centro commerciale e non quello per farsi un orto? E se utilizzassimo le domeniche per auto-produrci le cose che ci servono? Se lo facessimo con amici e parenti?
Tutto ciò che non si può auto-produrre lo si può comprare in un G.A.S. (gruppo solidale d’acquisto, in fondo al post trovi il link), formato di solito da persone che si riuniscono per comprare prodotti e servizi, biologici e salutari.
C’è poi la realtà delle social street: sconosciuti che prima si salutavano a malapena ora collaborano. Ed anziché spendere soldi nella babysitter o nel badante, c’è il vicino che ti aiuta. Tu, in cambio, aiuti lui. Si cresce insieme.
Esiste poi la banca del tempo in cui si usa il proprio tempo e le cose che si sanno fare al posto dei soldi. Non mi dilungo perché in rete esistono un sacco di informazioni a riguardo, e sono sicuro che chi di voi le vuole trovare, si impegnerà per farlo.
Perché poi non iniziare a fare una bella minga quando ne abbiamo bisogno? Per gli indigeni sud americani una minga è una giornata in cui le persone si riuniscono per aiutare una famiglia a completare un’opera. E se le centomila persone che hanno intasato lo svincolo ad Arese avessero invece preso parte invece a centinaia o migliaia di mingas, magari per costruire nuovi orti collettivi?
E prima di proseguire ci tengo a farvi vedere l’orto sinergico che abbiamo creato con la mia famiglia…nel nostro progetto di ecologia e turismo sostenibile che abbiamo chiamato Eco B&B “I due oleandri” …
Last but not least: la vita in paese
Un punto che fa ridere le persone quando lo dico. Invece io lo dico assolutamente sul serio. Molti di noi sono andati a vivere nelle grandi città, lasciando case e terreni di proprietà per affittare un appartamento a Milano, a Roma o a Torino, magari pagandolo mille euro al mese o più. Ora ci stiamo dannando l’esistenza per riuscire a mantenere quel tenore di vita che la città ci obbliga ad avere.
Siamo proprio sicuri che mandare in malora bellissime case in pietra in qualche paese su una collina (“disteso come un vecchio addormentato”) sia peggio rispetto ad un bel monolocale magari in qualche quartiere dormitorio di una metropoli del nord?
La storia di Torri superiore
Caro lettore e cara lettrice…facciamo una piccola pausa…ti sta piacendo il post? Se la risposta è affermativa, ti chiedo di fare un piccolo e rapido gesto per te molto semplice ma per me molto importante: dai un mi piace a questo articolo! Mi ripagherai del tempo e delle energie dedicate a scrivere questo lungo articolo…. e poi proseguiremo con la storia di Torri Superiore
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Torri superiore (Im) è un paese che è stato interamente recuperato da persone che hanno deciso di andare a viverci in modo sostenibile. Non dico che tutti dobbiamo andare a vivere in un eco-villaggio, dico che focalizzarci su esperienze positive anziché sulla lamentela può fare la differenza, un’enorme differenza. E come nello scorso post voglio corredare questo articolo con qualche scatto tratto dai miei viaggi su e giù per lo stivale…
Trapani (vista da Erice) e le isole Egadi
La condivisione
Prendiamo ora l’esempio dell’auto: siamo sicuri che una famiglia abbia bisogno di un’automobile per ogni membro? La macchina rimane parcheggiata a volte per ore se non per giorni. Esistono già degli esempi di car sharing, cioè di condivisione della macchina. Per i viaggi a lunga percorrenza esiste ad esempio Bla Bla Car. Per viaggiare in modo economico esiste invece un super sito che si chiama Airbnb.
Smettere di diffidare, inziare a cooperare
L’Italia è un vecchio paese nato dall’unione di tanti stati e staterelli che si sono sempre fatti la guerra. Per questo diffidiamo dagli altri, fa parte del nostro DNA. Si diffida di quelli del nord, di quelli dell’altra città e persino dei vicini. Ma da oggi possiamo invece iniziare a cooperare. Non è colpa dei politici se litigo col vicino, da oggi è mia responsabilità andarci d’accordo. Se ci riesco, la qualità della mia vita (e della sua) è già migliorata.
Manarola, Cinque Terre.
E ora…il BELLO che c’è GIÀ
Ci vogliamo forse dimenticare che l’Italia è uno dei paesi più belli del mondo se non il più bello? Non dobbiamo dimenticare mai che siamo eredi di una storia incredibile. Che prima di noi hanno pestato il suolo italico personaggi come Dante, Michelangelo, Giotto, Piero della Francesca, Vivaldi, Leonardo, Giuseppe Verdi, Garibaldi, Raffello, il Brunelleschi, Pirandello, Montale, Modigliani, De Chirico, Lorenzo il Magnifico, Cesare Beccaria, Petrarca, San Francesco, il Bernini, Caravaggio…e sappiamo tutti che l’elenco potrebbe continuare all’infinito. E, attenzione, questi sono personaggi del passato ma ce ne sono tantissimi anche nel presente.
Potrei dire Benigni, potrei dire Dario Fo, potrei dire Gino Strada o Andrea Bocelli o Ennio Morricone o Carlo Rubbia e Umberto Veronesi …senza contare quelli che ci hanno lasciato da poco come Margherita Hack o Lucio Dalla o il mio caro ed amato Fabrizio De André.
E poi ricordiamoci che i geni molto difficilmente vengono riconosciuti nel presente. Modigliani condusse una vita difficilissima e Italo Svevo divenne celebre solo dopo aver compiuto sessant’anni. Quante bellezze umane sono magari lì, sotto i nostri occhi, ma non riusciamo a vederle?
E in tutto questo tralascio altre meraviglie…come la stessa sensazione che ci può dare pensare che abbiamo ereditato la nostra terra da popoli antichi, che calpestiamo il territorio che fu romano e ancora prima greco, fenicio, etrusco, lucano, piceno e ancora, ancora prima da civiltà molto più antiche, delle quali poco o niente sappiamo…ma che ci lasciano le loro testimonianze nei numerosi dolmen e megaliti, come quelli di Nardodipace in Calabria.
Tropea
“L’Italia è bella, il problema sono gli italiani”
Vero. E falso. Guardando le cose da un punto di vista spirituale non esistono “gli italiani“ come qualcosa di separato da me. Forse io non sono italiano? Forse chi lo dice non lo è pure lui? Con questo non voglio negare che esistano italiani che si comportano male, bensì affermare che focalizzarsi su questo punto gettando la colpa all’esterno è totalmente improduttivo.
Ricordiamoci piuttosto che ogni volta che critichiamo l’Italia stiamo criticando noi stessi. Ogni volta che lo facciamo abbassiamo la sua e la nostra autostima. Ed ogni volta che ciò accade sarà più difficile aprire una nuova impresa, più difficile intraprendere una nuova attività e vivere la vita di tutti i giorni.
Carrara, le cave di marmo e le Alpi Apuane
Perché tornare ad Amare l’Italia
Perché è un paese stupendo, bellissimo, meraviglioso, pieno di storia, di cultura, di arte, di gente ospitale e simpatica. Si, avete letto bene, magari “lamentosa” ma assolutamente ospitale e simpatica, diponibile ed aperta.
In molti paesi del sud, nei miei viaggi in moto, mi sono stati offerti dei caffè semplicemente perché passavo di lì. Una volta, in un b&b in basilicata mi regalarono una bottiglia di vino “del loro” perché non potevano sopportare di vedermi con un vino da 2 euro del supermercato. Innumerevoli le volte che mi hanno accompagnato in questo o in quel posto quando non trovavo la strada. Incredibili le chiacchierate, la disponibilità ad aiutare. Le volte in cui le macchine si fermavano semplicemente per vedermi fermo al ciglio della strada, anche se stavo solo ammirando il paesaggio.
Tutte le volte che in Colombia dico che sono italiano, sul viso del mio interlocutore si accende un sorriso.
Se l’Italia è veramente così “brutta” come pensa qualcuno, perché succede? Perché gli stranieri la amano tanto? Sono tutti pazzi a vederla bella e noi gli unici sani che la vediamo brutta… o forse potremmo iniziare, come loro, a vederne gli aspetti positivi e, anche grazie a questo (e smettendo di lamentarci) costruire qualcosa di nuovo?
Guardiamo a tutto ciò che ho scritto, a tutto quello che per motivi di spazio non sono riuscito a scrivere e persino alle idee che NON ho scritto perché ancora non le conosco e che magari tu mi potrai suggerire aiutandomi a crescere ed arricchendo con la tua opinione questo post.
La spiritualità di ogni epoca e di ogni parte del mondo ci insegna che non esiste una realtà esteriore che ci possa realmente fare del male o muovere le nostre reazioni. Siamo noi i padroni della nostra realtà. “Sii il re del tuo regno” recita un famoso motto alchemico.
Prendiamo atto che le cose possono cambiare, che noi possiamo cambiare, che in quella classifica di felicità dei paesi del mondo, se vogliamo, il primo posto è già a nostra disposizione.
E questo sono io nella Riserva Naturale dello Zingaro, Sicilia.
E prima di salutarci….qualche link utile…
Sito di ecologia e sostenibilità: Green me, sarò buono con la terra
Teoria e pratica del cambiamento: Il cambiamento, dal virtuale al reale
Gruppi di Acquisto Solidale (GAS): Rete nazionale GAS
Social Street: Social Street Italia
Il sito del nostro Eco B&B: Eco Bed & Breakfast “I due oleandri”
Banche del tempo: Associazione nazionale banche del tempo
Progetto “Italia che cambia”: Italia che cambia
Ti ringrazio di essere stato qui e spero tra il primo post e questo di essere riuscito a fornire qualche idea utile per il cambiamento. Se il post ti è piaciuto, ti chiedo di ripagarmi dello sforzo fatto per scriverlo….semplicemente condividendolo con i tuoi amici attraverso i pulsanti qua sotto. E…grazie!
Elvio
E bravo Elvio!!
Sono proprio d’accordo. L’Italia è un paese splendido. I luoghi nelle foto che hai scelto sono stratosferici, ma a mio parere in Italia anche il paesino più semplice e sconosciuto non è inusuale che abbia magari una bella piazzetta medievale e un castello di tutto rispetto. che poi siamo sempre in grado di valorizzarli è un altro discorso. Abbiamo una storia e una cultura uniche al mondo, ricche per le diversità che ci contraddistinguono.
E condivido in pieno il fatto che stare focalizzati sul cambiamento positivo che si può mettere in atto, evitando di sprecare energie e tempo a considerare ciò che non va, sia l’unico atteggiamento utile.
Grazie per i tuoi articoli e la tua testimonianza.
Buona vita!
Beh, grazie a te per queste belle parole. Tra gli insegnamenti del Buddha ce n’era uno che diceva diceva che non esiste un cambiamento che provoca sofferenza, ma che è la resistenza al cambiamento a provocarla. In Italia credo sia accaduto qualcosa del genere dagli anni ’90 in poi…e credo che ora sia il momento di lasciar perdere i ricordi e i rimpianti e creare qualcosa di nuovo. GRAZIE 😀 ciao!