Dopo i primi tre post dedicati al funzionamento dei nostri pensieri, all’ego ed alle idee della Quarta Via , propongo cinque esercizi di presenza, che possono essere eseguiti tutti i giorni.
Caro lettore e cara lettrice,
concludo questo ciclo di puntate su mente ed emozioni, descrivendo alcuni esercizi di presenza e consapevolezza, tecniche ed esercizi pratici per iniziare a lavorare per il risveglio della coscienza.
Se ti sei perso le prime puntate, riporto qui di seguito il link alla prima, alla fine di questa troverai le successive (e ti suggerisco di leggerle nell’ordine corretto): Come funzionano i nostri pensieri
I pattern (o schemi mentali) e la via d’uscita
Prima di arrivare agli esercizi di presenza, c’è bisogno di una premessa: nel corso degli anni, in noi, si sono “depositati” in noi un sacco di avvenimenti, episodi, fatti che hanno creato una serie di schemi mentali.
Un amico musicista li chiamava pattern. Amo questa parola perché, in musica, un pattern è una sequenza di note o ritmi che si ripetono…una cosa molto simile quindi a ciò che accade nella nostra mente.
Se da piccolo mi morde un cane, dentro di me si crea il pattern: “i cani sono pericolosi”. Ogni volta in cui ne incontrerò uno, il mio corpo seguirà il pattern e reagirà con paura.
Dopo qualche tempo, sarà sufficiente il solo pensare al cane per risvegliare l’ansia: se il pattern è presente, ogni evento simile a ciò che lo ha scatenato lo metterà in funzione e lo renderà più forte. E più questo diventerà forte, più rischierò, a causa della legge di risonanza di ritrovarmi in eventi che lo risveglieranno…e così via!
Insomma, il classico cane che si morde la coda…
…per fortuna, però, c’è una via d’uscita.
Un grande monaco tibetano, Yonguey Mingyur Rinpoche, sostiene infatti che, se un giorno incontro un cane affettuoso, in me inizia a depositarsi un’idea nuova, ovvero che i cani non sono forse così cattivi.
Se mi fido di questo nuovo concetto, piano piano, la nuova idea sostituisce la vecchia. Come la luce del sole, il nuovo schema ha il potere di sciogliere il vecchio come il ghiaccio.
E ora, come promesso, andiamo a vedere i cinque esercizi di crescita personale.
Esercizio n. 1: Meditazione
Esistono tantissimi tipi di meditazione: si tratta quindi di un insieme di pratiche, presenti in vari tradizioni, che possono portare a risultati straordinari.
Aggiornamento 2017: nel frattempo, su Spiragli di Luce, ho dedicato altri post alla meditazione. Preferisco lasciare questo inalterato, proprio come lo scrissi. Troverai comunque i link ai nuovi articoli a fine spiraglio.
La meditazione si può eseguire seduti su una sedia, comodamente, o sul pavimento a gambe incrociate (come nella foto) mantenendo i palmi delle mani appoggiati sulle cosce e rivolte verso il basso, gli occhi chiusi senza serrare le palpebre. La colonna vertebrale deve essere eretta e, a poco a poco, bisogna imparare a rilassare i muscoli del corpo.
In questa posizione possiamo iniziare ad osservare la respirazione.
Cosa significa osservare la respirazione?
Osservare il movimento di espansione e di contrazione dei polmoni, sentire l’aria che entra ed esce ed osservare tutto senza modificare niente.
Dopo qualche giorno di esercizio posso iniziare ad osservare con più attenzione…ad esempio iniziare a sentire com’è la temperatura dell’aria che entra oppure sentirne la pressione sulle pareti interne delle narici e nella trachea. È probabile che, mentre farai questo esercizio, tu senta che a poco a poco la mente si sta tranquillizzando.
Un’altra serie di esercizi, veramente poderosi, riguardano l’osservazione. Ed anzi, il fatto si imparare ad osservarsi.
Esercizio n.2: osservarmi mentre mangio
Cosa significa osservarsi?
Mettere l’attenzione su come mi comporto, su ciò che dico e faccio, sui miei pensieri ed emozioni. Alcuni di noi sono già in grado di farlo, ma solo dopo che le cose sono avvenute.
Ad esempio dopo un litigio, siamo in grado di ripercorrere com’è andata, cosa mi hanno detto, come ho reagito a una provocazione, ecc.
Cosa molto più difficile è mettere invece l’attenzione durante, mentre le cose stanno succedendo: anziché perdermi nei pensieri mi mantengo vigile, mi mantengo nel qui ed ora.
Il secondo esercizio, uno dei tanti nell’ambito degli esercizi di presenza (auto-osservazione) consistenell’osservarmi mentre mangio.
Capita, sovente, che mentre si mangia, ci si dedichi alle più svariate attività: parlare, guardano la tv, commentare le notizie, usare lo smartphone per chattare, ecc.
In questo esercizio dobbiamo invece essere totalmente presenti mentre consumiamo il nostro pasto.
Ad esempio assaporare il cibo con tutti e cinque i sensi: guardarne la forma ed il colore (vista), percepirne i profumi (olfatto), sentirne la consistenza (tatto), ovviamente assaporarne il gusto e persino ascoltare i rumori della tavola e dei commensali (udito).
Un pasto consumato in questo modo diviene un’esperienza più gratificante e radicalmente. Ricordiamoci che il cibo è vita: averne in abbondanza non è un diritto bensì un altro dei motivi per cui possiamo ringraziare, ogni volta che ci sediamo a tavola e ne abbiamo in abbondanza.
Prima di proseguire, una domanda…ti sta piacendo il post? Se si, dagli un mi piace!
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Esercizio n.3 – Osservare i “pattern”
Il fatto stesso di osservarli contribuisce già a debilitarli.
Se sono cosciente di avere uno schema, questo non ha più il controllo totale di me stesso. Posso infatti iniziare a ricordarmi che io non sono quello schema.
Se devo dare un esame all’università ed inizio ad avere paura perché temo di non passarlo…niente panico!
Nel momento in cui la mente inizia a tentare di “spaventarmi”, posso semplicemente ascoltarla senza identificarmi, ricordandomi che quei pensieri non sono i miei (vedi post “le nostre idee non sono nostre”), bensì sono il risultato del pattern che vuole farci credere che l’esame sia difficile.
Esercizio n.3 – Affermazioni positive
Quando qualche pensiero o emozione negativa sta tentando di prendere il controllo della situazione, posso affermare: “io non sono questo pensiero“ o “io non sono questa emozione“.
Le emozioni negative, non durano per sempre. Non sono eterne.
Possiamo quindi trasformare questo fatto in un’affermazione del tipo: “io so che questi pensieri ed emozioni che sono presenti in me prima o poi se ne andranno, quindi attendo con fiducia che ciò avvenga“.
Andando oltre, se proviamo a ricordarci come eravamo dieci anni fa, troveremo grandi differenze tra quel noi stesso di allora e quello di oggi: è probabile, ad esempio, che le paure di prima ci sembrino ridicole.
Per quale motivo allora quelle attuali ci fanno tanto paura? Quando le guarderemo tra qualche anno, che ci faranno lo stesso effetto che oggi ci fanno quelle vecchie!
Anche questo posso trasformarlo in un’affermazione: “se in me è presente questa paura, è perché non sono ancora in grado di vedere che, in realtà, è innocua. Aspetto con fiducia il momento in cui sarò in grado di vederlo“.
Esercizio n.5 – Ripetere a voce alta le affermazioni
Possiamo anche cercare di osservarci mentre le ripetiamo, aggiungendo così un esercizio di presenza all’affermazione.
E se abbiamo un amico fidato, pronunciamo l’affermazione a voce alta in sua presenza. Ovviamente possiamo fare la stessa cosa anche con la nostra/il nostro partner. Il lavoro di coppia e collettivo, rende sempre di più di quello individuale.
Osservarmi mentre le cose accadono, ci tengo a ripeterlo, significa vivere il presente. Il quale è, appunto, un “presente” ovvero un regalo. Se mi vuoi raccontare come va con un commento dopo averle provate, sono qui a disposizione.
Esercizi di crescita personale e presenza: link per approfondire e saluti finali
E così, con questo quarto spiraglio abbiamo concluso questa piccola guida per prendere confidenza ed armonizzare i nostri pensieri ed emozioni. Se vuoi saperne di più sulla meditazione ti suggerisco questi due post:
Meditazione per principianti | Guida passo passo per iniziare a meditare
Come meditare a letto | Alcune idee pratiche
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Grazieeee. Mi è davvero utile .:-)
grazie a te per il commento cara 🙂
Grazie per questi consigli.
La respirazione è per me importante, faccio esercizi fisici in cui è dominante. E devo dire che mi sento meglio e rilassata dopo averli fatti.
Ora proverò anche questa tecnica di meditazione. Ti farò sapere…
molto bene…se hai bisogno mi trovi qui sugli “spiragli” 🙂
3M,3P,3A
Ciò che hai scritto ha suscitato in me alcune riflessioni che mi permetto di scrivere e condividere.
3M: Medito Mentre Mangio
E’ vero,il cibo è vita e la vita è cibo. Quante volte viviamo o attraversiamo periodi in cui siamo ingordi e assetati di esperienze: capita soprattutto alle donne che hanno vissuto per anni in “esilio”,lontane dalla loro autenticità , assumendo ruoli ed interpretando storie che non gli sono mai appartenute veramente, e che non han fatto altro che prosciugare l’istinto vitale proprio. Succede che poi,ad un certo punto, si scatena quella fame che non sai come gestire,e mentre mangi continui a guardarti intorno per vedere se stai perdendo qualche occasione, perchè non ti basta ciò che hai appena trovato: e questa è ingordigia,una cosa molto diversa dalla ricerca.
Ecco,il consiglio che dovrebbe in continuazione essere presente,come un continuo sussurro , credo anch’io che sia proprio questo: ricordati di meditare mentre mangi. Osserva,annusa,tocca,gusta,ringrazia…e prenditi il tempo che serve.
3P: Pattern Pensieri Passerà….ovvero…passato presente futuro
Si, gli schemi rappresentano il passato, ciò che abbiamo tessuto,e rivelano quanto la trama sia più o meno complessa. I pensieri nascono nel nostro presente, sono l’interpretazione di quanto il vestito che abbiamo tessuto sia a nostra misura. Se i tuoi pensieri ti “stringono” vuol dire che non dai respiro a ciò che sei.
Passerà: il futuro , a nostra disposizione,la possibilità,quel treno che passerà sempre e tu avrai sempre la possibilità di salirci. Ecco,direi che la terza P sta per “possibilità”.
3A: Attesa Alta(voce) Accadere
L’attesa presuppone una richiesta,attenzione però a non cadere nella trappola delle aspettative! A questo proposito sarebbe forse interessante sapere cosa pensi tu dell’attesa,come la collochi,come la decodifichi nel tuo viaggio di vivere.
Alta voce : anch’io credo sia fondamentale imparare a sentirsi,a sentire il suono che ci appartiene,a riconoscerlo e soprattutto ad ascoltarlo . I bambini spesso parlano a voce alta da soli: nella scuola di oggi,sempre più diretta allo sviluppo di conoscenze soprattutto logiche e matematiche,è rimasto davvero poco spazio al “suono interiore”.
Accadere : è una parola magica, che non ha bisogno di commenti,si commenta da sola. Già solo a scriverla,a mano,magari con una penna stilografica,in corsivo,entrando nella forma di ogni lettera che la compone…beh..accade.
Grazie Elvio!
Cara Luce Azzurra, grazie mille per questo interessantissimo commento…ho dovuto attendere un po’ per leggerlo bene (e soprattutto per trovare un wi-fi qui a Bogotà per poterlo leggere…) è tutto molto interessante e complementa bene il post. Su cosa “penso” io dell’attesa (sono io che penso? 🙂 )…ci devo meditare un po’…e poi ti farò sapere. Intanto, grazie mille di queste parole 🙂 un abbraccio