Come funzionano i nostri pensieri – Una piccola e veloce guida al funzionamento della nostra mente e del nostro cuore
Credo che tutti quanti ci siamo posti, almeno una volta nella vita, il quesito: “come funziona il pensiero”? È un tema affascinante, misterioso e complesso, perché tutto gli esseri umani, indipendentemente dal loro ceto sociale, nazionalità o credo religioso pensano.
Tutti quanti dedichiamo ore e ore, tutti i giorni, da quando ci svegliamo a quando andiamo a dormire, a questa incessante attività che è il pensiero.
E fin qui tutto bene: il pensiero in sé non ha niente di negativo, anzi, attraverso di esso analizziamo le cose, prendiamo decisioni, facciamo paragoni e sviluppiamo capacità analitiche. Però…c’è un però.
Per avventurarmi in questo “però”, faccio un salto indietro nel tempo: a quando, da bambino, iniziai a suonare il violoncello.
I miei primi passi nell’osservare i miei pensieri…
Mi resi conto da subito che, mentre suonavo, l’attività della mente non si fermava mai.
Nonostante avessi solo dodici anni, intuivo che ciò rappresentava un ostacolo per la mia espressività: se la mattina avevo avuto un problema a scuola, anche mentre tiravo l’arco sulle corde non riuscivo a smettere di pensarci, e questo mi distraeva.
Un professore mi aveva sgridato? I miei pensieri, anziché concentrarsi sulla musica, andavano ai fatti della mattina. Ormai erano cose accadute, non si potevano cambiare, sarebbe stato meglio immergersi nella musica e godersela ma…niente da fare: la mia mente tornava senza rimedio a quella sgridata, più e più volte, la amplificava a dismisura e mi costringeva a riviverla.
Mi costringeva a riviverla: lascio questa frase in grassetto perché ci vedo un gran significato; qualcosa che forse già all’epoca intuivo, ma che solo diversi anni dopo sarei riuscito a mettere a fuoco.
Non solo la mia mente continuava a concentrarsi su quell’episodio, quindi sul passato, ma pure sulle possibili conseguenze, e quindi sul futuro. Un’ulteriore sgridata da parte dei miei genitori, una punizione, una maggiore difficoltà nei rapporti con quel prof. o con quella materia.
I pensieri guardavano avanti o indietro nel tempo, ma non erano mai lì, in quel preciso istante in cui mi trovavo. Mai nel qui ed ora.
E il punto è che per suonare devi esserci nel presente: non puoi immaginare come farai una nota e neppure ripensare a come “l’avresti fatta”: la fai o non la fai, bene o male non importa, quando suoni, stai suonando in quel momento.
Anche quando ascolti una registrazione, ascolti una musica suonata nel presente: quando è stato registrato, quel momento era il momento presente.
E, ovviamente, il mio maestro se ne accorgeva. Andavo a lezione, suonavo, la mia mente vagava, ricordava, supponeva, fino a quando mi sentivo domandare: “dove sei?”
Il maestro sentiva che “non ero lì”. Avevo il violoncello tra le gambe, ero presente in quella stanza di fronte a lui, ma non presente alle cose che stavo facendo.
I pensieri mi disturbavano, mi portavano da un’altra parte, mi distoglievano dalla musica. E io la musica, già allora, la amavo alla follia. Sarebbe un po’ come amare una donna, strappare il primo appuntamento e poi, quando sei li, metterti a fare tutt’altro e non considerarla più. Non ti sembra una follia?
Sono sicuro che sto parlando di qualcosa che conosci molto bene, vero?
Anche se i pensieri che attraversano la mente di ciascuno di noi sono diversi, il meccanismo con cui funzionano, è molto simile. Non siamo in grado di controllarli. Non siamo in grado neppure di sapere cosa penseremo tra dieci minuti.
Se non ci credi, ti propongo un gioco.
Vai in una stanza dove non c’è nessuno e dove possibilmente ci sia silenzio. Fissa un punto di fronte a te (o chiudi gli occhi) e respira.
Concentrati su un qualcosa e poi mantieni la concentrazione per dieci minuti. Ovvero: scegli un argomento o un immagine (va bene anche uno stato d’animo) e rimani concentrato su di esso, per dieci minuti, cerca di mantenerti concentrato….
Hai provato? Come è andata?
Sei riuscito a mantenerti concentrato o di sei sorpreso a pensare a tutt’altro?
Ti posso dire che spesso e volentieri, le persone si distraggono. Magari mantengono la concentrazione per un minuto o due, ma poi inevitabilmente i pensieri prendono strade diverse.
Ma al di là del risultato pratico, cioè al di la di riuscirci o meno, questo esercizio, ad alto tasso di distrazione…ci mostra come, in generale, si abbia poco controllo sui propri pensieri, quasi come se vivessero di vita propria.
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Ti ringrazio di cuore. Proseguiamo e torniamo a parlare dei pensieri e del loro funzionamento che spesso e volentieri, avviene associazione.
La libera associazione tra i pensieri e l’Emozione
faccio colazione e vedo le previsioni del tempo: dicono che oggi farà caldo. Il caldo mi fa pensare al mare. Pensare al mare mi fa ricordare che alle ferie manca un bel po’ e che, forse, quest’anno mi toccherà farle in autunno. Tra l’altro, pensare alle ferie mi fa venire in mente quella consegna in sospeso, la devo finire perché sennò il capo si incavolerà e poi…
oppure:
faccio colazione e vedo le previsioni del tempo: dicono che oggi pioverà. La pioggia mi fa ricordare che ho lasciato l’ombrello in macchina. La macchina mi fa pensare al fatto che non ho ancora pagato la rata dell’assicurazione. La rata mi fa pensare che devo telefonare alla banca per chiedergli di risolvere quel problema, e me lo devono risolvere il problema altrimenti…
In entrambi i casi, mi faccio andare la colazione di traverso.
Nel primo inizio a farmi rimproverare (mentalmente) dal capo, nel secondo finisco (sempre mentalmente) a litigare con l’impiegato della banca.
È curioso vero, scoprire come funziona il pensiero? Nessuna delle due cose citate è accaduta, eppure in me inizia a generarsi un malumore, proprio come se fossero successe realmente.
Se ci fai caso, infatti, al pensiero è associata una emozione. Prova ad ascoltare il tuo corpo quando pensi a qualcosa di “indigesto”: un commento sgradevole che ti hanno fatto, la macchina che ti ha “fregato” parcheggio o la commessa che ti ha risposto male, sentirai probabilmente che il tuo stomaco è teso proprio come quando quella cosa è accaduta…
Come funzionano i nostri pensieri: tiriamo le somme!
I nostri pensieri sono fuori controllo, vivono di vita propria, sono diretti al passato o al futuro, sono collegati al nostro sentire e ci costringono a rivivere o vivere in anticipo emozioni di cui faremo volentieri a meno.
Non è un quadro rassicurante, ma c’è speranza.
Torniamo al me stesso dodicenne che si cimentava a suonare il violoncello tentando di tenere a bada la propria mente. Dopo un po’ di tentativi, avevo trovato un sistema tutto mio: immaginavo di stare dentro una “bolla” in cui mi immergevo e mi separava dal resto…così facendo riuscivo ad “astrarmi” dalla situazione e finalmente seguire il flusso delle note.
Così come me, molte persone si dedicano ad una passione proprio per smettere di pensare.
Ho un amico che va a fare windsurf perché così, dice, “stacca“. Lo stesso dicevano i miei compagni della squadra di atletica: correndo riuscivano a staccare.
Ma che cos’è che si stacca? La spina? E quale spina?
Lo sforzo fisico, magari unito col contatto con la natura (lo sa bene chi pratica alpinismo), ti fa staccare dai tuoi pensieri. Per qualche minuto, spegni la mente.
Gli sport estremi, come il parapendio, il rafting, il free climbing, ti obbligano a non pensare alla telefonata che devi fare al commercialista o al mi piace che la tua fidanzata ha dato al commento di quel tipo che non sopporti: in quelle condizioni estreme ci sei solo tu e l’attività che pratichi: tu e il presente.
Dobbiamo quindi tutti cimentarci con attività estreme per poter finalmente spegnere il cervello?
Ovviamente no, ma il fatto che così ci si riesca dimostra che un modo per spegnerlo c’è. Quello che avevo inventato io (la “bolla”) era un altro. La meditazione è un altro ancora e tra poche righe ti indicherò uno spiraglio in cui ne parlo.
Proseguiamo la lettura?
Questo è il primo di quattro post dedicati ai pensieri ed alle emozioni. Per proseguire la lettura con la seconda puntata, clicca su questo link: Le nostre idee non sono nostre.
Il post sulla meditazione, invece, lo trovi qui: Meditazione per principianti | Guida passo passo
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Grazie e arrivederci al prossimo spiraglio
Bellissimo spiraglio sul garbuglio dei nostri pensieri..eh già..è una cosa che mi succede spesso..cominciare ad angosciarsi per qualcosa che non sta nemmeno accadendo..sarà un caso ma la prima persona che mi abbia detto – a me, piccola bimba preoccupata per non so più che cosa – “Non pensare al futuro, vivi nel presente..” è stato il mio prof. di pianoforte! Insomma da allora non ho ancora imparato, però c’è sempre tempo dai..! 🙂
Cara Librettante, grazie mille per il tuo commento…eeeh, questi maestri di musica che non si accorgono quando siamo nel presente…meno male che ci sono loro a darci una “risvegliatina” ogni tanto. Più che altro, ho visto il tuo sfiziosissimo blog, dato che non pensi abbastanza al presente, pensi al futuro di esso? Hai in preparazione qualche bella librettantata? 😀
Grazie per la visita..effettivamente è da un po ‘ di giorni che rimugino di riprendere in mano il blog, anche perché ho letto dei bei libri ultimamente. In questo caso sarà l’ansia preventiva da foglio bianco che mi frena.. dovrei iniziare e basta, poi qualcosa viene fuori, no?!
Ciao Elvio, grazie del bell’articolo. In effetti “arieggiare” la mente richiede di certo un controllo che è molto facile perdere ma ora ho trovato una scappatoia: quando vorrei fermare i pensieri e mi accorgo che non riesco, invece di arrabbiarmi come mi capitava spesso in passato, mi metto ad osservare quel che succede. Guardare da fuori la mia mente che fugge ovunque e la tentazione di arrabbiarmi di nuovo perchè fallisco nel mio proposito diventa quasi divertente: mi prendo un po’ in giro per i tentativi di boicottaggio e poco dopo in effetti la situazione migliora e i pensieri se ne vanno. Insomma, a volte bisogna trattare il cervello come un bambino capriccioso ma se lo si “sgama” quello cede….
Ciao Donatella,
capisco molto bene quello che dici, in pratica non si può “fermare i pensieri”, si può fare al limite qualcosa che porti ad emergere la coscienza ad accendersi e la mente a spegnersi.
Ti suggerisco di provare anche con questo semplice esercizio che descrivo qui:
Esercizio evolutivo per tutti i giorni? Il respiro
Grazie Elvio per le ispirazioni di riflessione che offri.
A presto!! 🙂
Grazie a te per i tuoi bei messaggi, cara Bea 🙂
:))