Il non giudizio è una vera e propria via evolutiva. Oggi ti racconto una piccola storia, mentre bevevo il mio classico caffè, un pomeriggio…
Seduto in un caffè di Bologna, musica in sottofondo, computer sulla pagina del blog, in attesa di ispirazione, non mi sarei mai aspettato che quello che stava per accadere avrebbe potuto darmi qualche spunto di riflessione sul non giudizio.
Fuori il via vai di persone in strada, dentro le luci soffuse, qualche risata e il giorno che lentamente si spegne cedendo il passo alla notte. Sono venuto qua per scrivere, ma credo che lascerò le idee che avevo preparato per il prossimo post: ho appena assistito a una scena che voglio raccontare.
Poco fa è entrato un signore col cappello, ha attraversato la sala e si è seduto senza toglierselo. Sembrerà stupido, ma non ho potuto far a meno di notare la sua maleducazione. Lo so che è una piccola cosa, che non c’è niente di tragico… eppure l’ho notata e anche se solo leggermente ammetto che mi ha dato un po’ di fastidio.
Ciò nonostante, non ho fatto in tempo a terminare questo pensiero che, volgendo nuovamente lo sguardo verso di lui, ho visto che si era tolto il cappello.
A quel punto l’ho guardato meglio: faccia simpatica, stava scrivendo al computer come me, con i capelli spettinati, pure questo come me. Passa qualche minuto e starnutisco. Alza lo sguardo, dice salute e mi sorride, in modo tanto radioso da spazzare via i pensieri di poco prima.
Inutile negarlo: mi sono sentito un po’ stupido. Mi sono reso conto che lo stavo giudicando.
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Non è che ho dato “chissà quale” giudizio, eppure mi è venuto automatico giudicarlo. E in questo periodo sto riflettendo proprio sul giudicare gli altri, su quell’affascinante tema che è il non giudizio come cammino spirituale e di evoluzione personale. Più mi osservo, più mi accorgo di quante energie spreco nel giudicare.
E così l’ho ringraziato e ho sorriso. Dentro quel sorriso, non pronunciate, c’erano le seguenti parole:
“Grazie per avermi detto salute, per avermi sorriso e scusami per averti giudicato, anche se solo col pensiero: neppure ti conosco e già ti davo del maleducato, quando quel sorriso così genuino mi fa capire che mi sbagliavo”.
Non so perché non gli ho detto queste parole: forse avevo paura di essere preso per pazzo o forse mi è bastato il loro suono pacificatore dentro la mia mente. Chissà se prima o poi vivremo in un mondo in cui parleremo liberamente di ciò che sentiamo, riconoscendo i nostri errori e manifestandoli apertamente, magari facendoci quattro risate…
Nel frattempo, però, ho deciso di fare esperimento: voglio provare a giudicare meno! Si, sono convinto che il non giudizio possa portarmi bellissime sorprese. Se nell’arco di una giornata do venti giudizi negativi, voglio scendere almeno a diciannove.
Mentre scrivo queste parole il signore ormai senza cappello se l’è rimesso, ha salutato, ha sorriso ed è uscito, quasi a calare un naturale sipario su questo episodio. Avrei voluto dirgli grazie a voce…non ce l’ho fatta pazienza, lo ringrazio qui, per avermi suggerito queste parole.
Ora saluto anche voi, sorrido anche a voi e vi do appuntamento al prossimo spiraglio.
E se volessi approfondire la tematica del non giudizio ti suggerisco questo video di Salvatore Brizzi
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GRAZIE di cuore!
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